È rientrata oggi in Kazakistan la navetta spaziale Soyuz con a bordo tre astronauti che hanno lasciato la Stazione Spaziale dopo una missione di sei mesi. Si tratta del russo Oleg Skripochka e dei due americani Jessica Meir e Andrew Morgan. I tre hanno volato separatamente in elicottero fino a Baikonur. Dopo aver raggiunto il cosmodromo nella steppa kazaka, Meir e Morgan hanno intrapreso un viaggio di tre ore per raggiungere il jet della Nasa che li aspettava al sito di atterraggio più vicino per portarli a Houston.
Per Oleg Skripochka, invece, il viaggio è stato un po’ più breve: ha preso un aereo per Mosca dal cosmodromo stesso. Ad attendere i tre astronauti in Kazakistan c’era un gruppo di recupero più piccolo del solito, con 8 elicotteri invece di 12 e meno equipaggio per la fase di discesa, che non è stata trasmessa sul canale della televisione satellitare della Nasa. Si tratta della prima missione di ritorno sulla Terra da quando, il mese scorso, l’Oms ha dichiarato che la diffusione del Coronavirus è una pandemia.
Il ritorno degli astronauti in un mondo “surreale”
Morgan ha trascorso 272 giorni nello spazio mentre Skripochka e Meir 205 giorni. Una volta a Houston, Meir e Morgan trascorreranno la loro prima settimana in una quarantena più rigida presso il Johnson Space Center della Nasa, perché il loro sistema immunitario potrebbe essere un po’ indebolito per via della permanenza nello spazio.
Fatto sta che i tre astronauti hanno ritrovato un mondo che hanno definito “surreale”: “È come se tornassimo in un pianeta completamente diverso”, ha detto Meir, che, insieme alla collega Christina Koch, ha partecipato alla prima passeggiata spaziale di sole donne. Di fatto, rientrando sulla Terra, l’impressione è stata molto simile a quella suscitata in Good Bye, Lenin!, film ambientato in una Germania dell’Est dove una donna cade in coma poco prima della caduta del muro di Berlino. Quando si risveglia, il mondo in cui vive è totalmente cambiato.
Tutti gli specialisti russi sono negativi al Coronavirus
Le procedure per riportare a casa gli astronauti sono risultate più lunghe per via delle restrizioni ai viaggi e i protocolli di sicurezza. “Avremo una quarantena più rigida del solito, visto che dovremo vivere presso la Nasa per almeno una settimana”, ha spiegato Meir. Protocolli che dovrà affrontare dopo aver trascorso gli ultimi sei mesi nel più estremo isolamento lontana dalla Terra, con solo sei persone nella Stazione Spaziale.
“Penso che mi sentirò più isolata a fare questo sulla Terra che lassù, perché è qualcosa per cui siamo addestrati”, ha continuato. Se nello spazio “l’isolamento non è vissuto come un problema” perché “accadono così tante cose straordinarie intorno a noi in ogni momento”.
Sulla Terra sarà diverso. “Qui non siamo abituati ad aspettarci questo», ma “per noi sarà un’esperienza interessante”. Morgan era sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dal luglio dello scorso anno, mentre Meir e Skripochka erano arrivati a settembre. Il vicedirettore dell’Agenzia medico-biologica russa, Viaceslav Rogozhnikov, ha assicurato che tutti gli specialisti russi che lavorano ai lanci e agli atterraggi delle navicelle Soyuz sono risultati negativi al Coronavirus.