Il celeberrimo compositore tedesco Ludwig van Beethoven non sarebbe morto per avvelenamento da piombo.
La tesi, pubblicata nel 2000 dopo un’analisi di una ciocca di capelli, deve essere rivista perché i reperti organici, non erano suoi, ma di una donna. È quanto sostiene un nuovo studio internazionale, appena pubblicato sulle pagine della rivista Current Biology dai ricercatori dell’Università di Cambridge, Bonn e Max Planck Institute, che ha analizzato cinque ciocche geneticamente corrispondenti dei capelli del noto compositore.
Nel Dna di Beethoven problemi al fegato
Il team di ricerca ha analizzato in totale otto campioni di capelli presi da collezioni pubbliche e private nel Regno Unito, nell’Europa continentale e negli Stati Uniti, di cui sono 5 autentiche. Dalle analisi è emerso che Beethoven aveva fattori di rischio genetici significativi per le malattie del fegato che, almeno negli ultimi mesi della sua vita, hanno scatenato l’epatite B. Condizioni, che, combinate alla sua abitudine di consumare abitualmente vino, potrebbero aver contribuito alla sua morte. Oltre alla sordità genetica, il compositore era affetto da cronici disturbi gastrointestinali e da una grave malattia del fegato (l’ittero) che culminò nel deteriorarsi delle sue condizioni di salute che lo portò alla morte nel 1827 a soli 56 anni.
“Sebbene la maggior parte dei suoi contemporanei affermi che il suo consumo di vino fosse moderato rispetto agli standard viennesi dell’inizio del XIX secolo, non c’è un accordo completo tra queste fonti. Probabilmente equivaleva a quantità di alcol dannose per il fegato. Se il suo consumo di alcol è stato sufficientemente pesante per un periodo di tempo sufficientemente lungo, l’interazione con i suoi fattori di rischio genetici presenta una possibile spiegazione per la sua cirrosi”, ha riferito l’autore principale dello studio Tristan Begg, dell’Università di Cambridge. “Non possiamo dire con certezza cosa abbia ucciso Beethoven, ma ora possiamo almeno confermare la presenza di un rischio ereditario significativo e un’infezione da virus dell’epatite B”, ha aggiunto Johannes Krause, del Max Planck Institute of Evolutionary Anthropology.
Una nascita extra coniugale
Incrociando i dati genetici con alberi genealogici di possibili discendenti viventi in Belgio e Germania, i ricercatori hanno inoltre scoperto un possibile legame extraconiugale nella linea di parentela del padre che avrebbe influito sul patrimonio genetico. Nello specifico, dall’analisi è emerso che il cromosoma Y del compositore non corrisponde a quello di nessuno dei suoi cinque attuali discendenti, che condividono con lui un antenato comune per via paterna: ciò indica che, in qualche momento nel corso delle sette generazioni successive, deve essere avvenuto almeno un concepimento extra-coniugale dopo la nascita dell’antenato comune, Hendrik van Beethoven, nel 1572. “Attraverso la combinazione di dati sul Dna e documenti d’archivio, siamo stati in grado di osservare una discrepanza tra la genealogia legale e quella biologica di Ludwig van Beethoven”, hanno riferito i ricercatori.