Con il termine alopecia si indica la diminuzione della quantità o dello spessore dei capelli. In alcuni casi la caduta avviene con gradualità partendo dalla sommità della testa, causando la comparsa di chiazze di calvizie. In altri casi può manifestarsi all’improvviso o verificarsi in concomitanza alla perdita di peli in altre parti del corpo. Può essere associata a diverse patologie, tra cui l’ipertiroidismo, la sifilide, la sindrome dell’ovaio policistico, il lupus eritematoso sistemico e l’ipogonadismo maschile. Esistono varie forme di alopecia. Tra le più comuni ci sono quella areata e quella androgenetica, che colpisce prevalentemente gli uomini. Scopriamo nel dettaglio le loro caratteristiche.
Le caratteristiche dell’alopecia areata
L’alopecia areata si manifesta con la perdita improvvisa dei capelli in piccole chiazze di forma rotonda o ovale. Può determinare anche la caduta dei peli. È una malattia autoimmune ed è causata dalle cellule del sistema immunitario che attaccano i follicoli piliferi, impedendo la normale crescita di peli e capelli.
Nei casi più gravi può riguardare l’intero cuoio capelluto. Si verifica con la stessa frequenza (una persona su 100) sia negli uomini che nelle donne. Può riguardare anche i bambini.
L’alopecia areata si manifesta in chi ha una particolare predisposizione genetica, talvolta combinata ad altri fattori. Tra questi è possibile elencare la carenza di ferro, la malnutrizione e lo stress psicologico. Si possono verificare degli episodi di alopecia areata in seguito a dei forti impatti emotivi, tra cui la perdita di un famigliare o un brutto incidente.
Anche se non è semplice, il modo migliore per affrontare l’alopecia areata è non lasciarsi prendere dal panico. Nella maggior parte dei casi, infatti, i capelli e i peli caduti ricrescono spontaneamente (anche se può volerci qualche mese). È per questo motivo che spesso il medico di famiglia e il dermatologo si limitano a fornire delle rassicurazioni ai pazienti, arrivando solo in rari casi a prescrivere prodotti che stimolano la crescita dei peli (come il minoxidil o il latanoprost) o farmaci ad azione immunodepressiva (come il cortisone) o ad azione irritativo infiammatoria.
Le caratteristiche dell’alopecia androgenetica
L’alopecia androgenetica è contraddistinta dalla progressiva diminuzione della quantità e dello spessore dei capelli, soprattutto su fronte e tempie. Si può manifestare in due forme diverse. Quella veloce si sviluppa appena dopo la pubertà, mentre quella lenta raggiunge il suo picco tra i 20 e i 30 anni di età. Spesso l’alopecia androgenetica è accompagnata anche da eccesso di sebo e desquamazione. Le stime indicano che in Italia questa condizione si verifica entro i 50 anni di età nella metà degli uomini e in circa il 30% delle donne.
Nella maggior parte di casi l’alopecia androgenetica è legata a fattori genetici e a problemi ormonali, tra cui elevati livelli di testosterone o malfunzionamento della tiroide. Nelle donne può dipendere da fattori come la menopausa e l’ipotiroidismo, ma anche da trattamenti con androgeni o dalla sindrome dell’ovaio policistico. Anche i problemi alimentari, lo stress e l’insonnia e l’uso di alcuni antidepressivi o terapie farmacologiche non è da sottovalutare.
Non esiste un trattamento risolutivo per l’alopecia androgenetica, tuttavia ci sono alcuni farmaci che possono dare una mano, come il già citato minoxidil, impiegato per uso topico e più efficace nell’area del vertice. Un altro farmaco che può essere prescritto è il finasteride. Queste soluzioni richiedono alcuni mesi prima di mostrare dei risultati e sono più efficaci quando la calvizie è ancora in uno stadio intermedio. Nella fase più avanzata ci sono altri trattamenti possibili, come la ridistribuzione chirurgica dei bulbi piliferi o tramite tecniche di infoltimento alternative.