Dopo l’apertura dei lavori con una cena ieri al Quirinale, oggi è entrato nel vivo al Senato il vertice Italia-Africa. Un summit internazionale a cui partecipano i leader dei Paesi africani, i vertici dell’Unione europea e quelli dell’Unione africana insieme ai rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali, dalle Nazioni Unite alla Banca mondiale. Si tratta della prima conferenza elevata a rango di vertice di capi di Stato e di governo. Finora infatti si è svolta sempre a livello ministeriale. Il summit, primo appuntamento internazionale in Italia dall’avvio della presidenza del G7, è soprattutto l’occasione per il governo Meloni per presentare il cosiddetto Piano Mattei.
“L’obiettivo è presentare ai Paesi africani la nostra visione di sviluppo per l’Africa, che è alla base del Piano Mattei, un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico ma neanche caritatevole: da pari a pari, per crescere insieme. Abbiamo stabilito delle materie prioritarie e dei paesi pilota nei quali avviare i primi progetti”, ha spiegato ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai microfoni del Tg1, sottolineando che “i vantaggi per l’Italia sono innumerevoli” perché “tutto quello che accade in Africa ci coinvolge, dalla migrazione alla sicurezza passando per le catene di approvvigionamento”.
Cinque le sessioni tematiche, incentrate su cooperazione in campo economico e infrastrutturale, sicurezza alimentare, transizione energetica, formazione professionale e cultura, migrazioni e sicurezza.
Meloni: il Piano Mattei parte da 5,5 miliardi
“Pensiamo a una collaborazione da pari a pari, lontana da una concezione predatoria“, ha ribadito Meloni nel suo intervento la Senato. Il Piano Mattei “può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo“, ha spiegato la premier. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, la presenza dei vertici delle istituzioni dell’Ue al summit Italia-Africa “è un segnale importante, perché conferma il sostegno dell’Europa al nostro impegno”.
Cosa prevede il Piano Mattei
Celebrato dalla maggioranza come la svolta nelle relazioni tra Europa e Africa, il piano prende il nome dell’ex presidente Eni scomparso nel 1962 di cui cerca di imitare l’approccio “non predatorio” nei confronti dell’Africa per uno sviluppo sostenibile e duraturo del Continente. Nelle intenzioni di Palazzo Chigi, il piano servirà a stabilizzare dal punto di vista economico i Paesi dell’area, anche con il coinvolgimento di Bruxelels, in modo da frenare i flussi di migratori verso il Vecchio continente.
Al centro del piano l’avvio di un “nuovo partenariato tra Italia e Stati del continente africano”, con ambiti di intervento che spaziano dalla cooperazione allo sviluppo allo “sfruttamento sostenibile” delle risorse naturali, energetiche e idriche. Secondo il governo, favorirà la collaborazione tra Italia e Africa, e dunque lo sviluppo economico e sociale del continente, rimuovendo le cause all’origine delle migrazioni.
La governance del Piano è definita dal decreto varato dal governo lo scorso 3 novembre, diventato legge dopo il via libera definitivo della Camera il 10 gennaio. Funzionerà da “cornice politica”, come ha spiegato più volte Meloni, della strategia italiana nel rapporto con il continente africano, con varie direttrici di intervento: energia, infrastrutture, contrasto al terrorismo e ai trafficanti di esseri umani, cultura e formazione, salute e agricoltura.
Nei sette articoli della legge si prevede che il Piano avrà durata di 4 anni, con strategie territoriali declinate per le specifiche aree. In sostanza costituirà il perimetro entro cui le diverse amministrazioni dello Stato svolgono le proprie attività di programmazione, di valutazione d’impatto e di attuazione degli interventi.
La cabina di regia a Palazzo Chigi
La cabina di regia del Piano Mattei si riunirà a Palazzo Chigi per la prima volta a febbraio per lavorare sui primi progetti. Istituita per coordinare le attività del piano, la struttura è presieduta dalla presidente del Consiglio (che ha funzioni di indirizzo e coordinamento) e composta tra gli altri dai ministri e da rappresentanti di agenzie e società pubbliche che operano nel settore. Ne fanno parte anche rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica e università, oltreché esponenti di società civile e terzo settore.
Fra i compiti, quello di coordinare le attività di collaborazione tra Italia e Stati africani, promuovere gli incontri fra imprese e associazioni italiane e africane, promuovere “iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Ue e da organizzazioni internazionali”, monitorare l’attuazione del piano e approvare la relazione annuale al Parlamento.
Le critiche delle opposizioni: “Una scatola vuota”
A spegnere l’entusiasmo del governo, i partiti dell’opposizione, compatti nel bocciare l’iniziativa come “una scatola vuota”. A cominciare dal Partito democratico. Il decreto approvato dal Parlamento è “senza risorse e senza visione. Un testo completamente improvvisato, disseminato qua e là di parole assurde e senza senso come ‘sfruttamento sostenibile”, ha detto Anna Ascani, deputata del Pd, in occasione dell’approvazione in Parlamento.
Di “progetto vuoto” ha parlato anche Benedetto Della Vedova di +Europa: “Stravolge la legge sulla cooperazione internazionale, sposta risorse e ruoli dal ministro degli Affari esteri accentrandola a Palazzo Chigi.
Sulla stessa linea Sinistra italiana. Il Piano Mattei del governo “è una scatola vuota e bisognerebbe lasciare in pace il partigiano Mattei che aveva tutta un’altra idea delle relazioni di carattere economico ed energetico”, ha detto ieri il segretario Nicola Fratoianni ai microfoni di Sky Tg24. L’Africa “rischia di essere oggetto di una nuova politica predatoria di stampo neocoloniale. Andiamo lì per appropriarci ancora una volta di risorse e puntando alle energie fossili che sono state oggetto già della predazione occidentale da decenni”.
Parole a cui fanno eco quelle del Verde Angelo Bonelli: “Si scrive Piano Mattei ma si legge Piano Eni-Meloni, che vuole portare l’Italia ad avere un ruolo predatorio nello sfruttamento delle risorse africane”. Secondo il deputato di Alleanza Sinistra Verdi, “il vero obiettivo della conferenza e del Piano Mattei è quello di avere gas e petrolio in cambio dello stop ai migranti. Per facilitare questo obiettivo il governo italiano ha messo sul tavolo 3 miliardi di euro del fondo per il clima italiano, che dovrebbero essere destinati alla transizione ecologica, per estrarre fonti fossili dall’Africa”.