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La stazione di Lviv (ovvero Leopoli, nell’Ucraina occidentale) è stata presa d’assalto dai cittadini per fuggire dal conflitto. Presenti anche checkpoint militari in entrata e uscita dalla città. Sono centinaia le persone – molte famiglie con bambini – in coda in attesa di salire su un treno o un autobus per la Polonia.
Ucraina: chi lascia Leopoli, chi resta a combattere
Tra di loro, alcuni civili residenti a Leopoli decidono di restare in Ucraina e combattere. “Questo è il nostro Paese – spiegano due giovanissime ragazze –. Veniamo qui in stazione tutte le mattine per aiutare e dare supporto ai civili in fuga. La situazione è molto complicata. Molti dormono dentro la stazione, perché gli hotel sono tutti pieni“.
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“Come potete vedere, tantissime persone stanno provando a lasciare Kiev e altre città dell’Ucraina che sono sotto attacco. Non sappiamo dire quale sarà il destino per noi a Leopoli. Non sono nemmeno in grado di dire realmente cosa stiamo facendo qui alla stazione, o cosa avverrà i prossimi giorni“. Questo è il clima che si respira, tra sconforto e consapevolezza del dramma in atto. Secondo i dati dell’UNHCR, nella tarda mattinata di domenica il numero dei rifugiati ha raggiunto la quota di 368.000 unità.
Profughi in viaggio: le promesse dell’Italia
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Un pronto messaggio ai profughi dell’Ucraina è comunque arrivato da parte della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles. “Per me la solidarietà è stato sempre un punto fermo della nostra agenda europea. E a maggior ragione ora daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo. L’Italia sarà tra i Paesi” ad applicare questo principio. “Anche con redistribuzione sui nostri territori“, ha garantito la ministra.
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Linea analoga da parte di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, a margine di un incontro con Yaroslav Melnyk, ambasciatore dell’Ucraina in Italia. “Condividiamo la posizione dell’Unione Europea e l’azione di Draghi. Anche per quanto riguarda le sanzioni da infliggere alla Russia, che devono essere mirate a colpire gli oligarchi – ha affermato Tajani -. Ma anche che ci sia il danno minore per le imprese e le famiglie italiane ed europee. Sosterremo con il governo la necessità di far rinviare l’adozione del patto di stabilità“.
Quindi altri due punti centrali della situazione. “Il Recovery plan non deve essere solo un una tantum. L’Europa unità dovrà far fronte alle difficoltà economiche. È un dovere per noi accogliere i rifugiati in Europa, non sono migranti pericolosi. Russi e ucraini devono sedersi attorno a un tavolo, la trattativa deve essere fatta nella condizioni di equità. Capisco che l’Ucraina non voglia andare a trattare a Minsk“, ha spiegato Tajani.