Trump e le sue prime nomine: ecco quali sono

Le prime nomine di Trump svelano i protagonisti della sua nuova amministrazione: ecco chi sono e quali ruoli ricopriranno

Dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Donald Trump ha iniziato a formare il suo nuovo governo. Anche se il suo insediamento ufficiale è previsto per il 20 gennaio, Trump sta già lavorando per stabilire la sua prossima amministrazione, selezionando i componenti chiave, come i segretari (equivalenti ai ministri) e altri importanti funzionari.

Trump e le prime nomine: ecco quali sono

Alcune delle nomine sono già state ufficializzate, mentre altre saranno comunicate a breve. Secondo diversi media statunitensi, Marco Rubio è in pole position per diventare il prossimo segretario di Stato, una posizione simile a quella del nostro ministro degli Esteri. Inoltre, Trump ha già confermato la nomina di Mike Waltz come consigliere per la Sicurezza nazionale, un incarico cruciale per il nuovo governo.

Le prime nomine di Trump: ecco quali sono
Le prime nomine di Trump: ecco quali sono – EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH – Newsby.it

 

Pochi giorni dopo la vittoria, Trump ha annunciato la scelta di Susie Wiles come capo di gabinetto, un ruolo di enorme potere e influenza, spesso anche superiore a quella del vicepresidente, che sarà J.D. Vance. Wiles, che ha 67 anni, è una figura chiave nell’entourage di Trump e sarà la prima donna a ricoprire questo ruolo.

La nomina di Wiles è particolarmente significativa vista la difficoltà riscontrata da Trump nel mantenere una continuità in questo incarico durante il suo primo mandato, quando si sono alternati ben quattro capi di gabinetto (Reince Priebus, John Kelly, Mick Mulvaney e Mark Meadows), tra dimissioni e licenziamenti.

La scelta di Wiles suggerisce una nuova strategia da parte di Trump: sembra che voglia circondarsi di persone di fiducia e di lunga data, fedeli e ideologicamente allineate, al contrario di quanto fece nel suo primo mandato, quando nominò numerosi politici rispettati ma esterni alla sua cerchia, e che in molti casi vennero poi allontanati.

Un altro passo importante è stato quello di nominare Thomas Homan, che aveva già lavorato con lui sulle politiche migratorie, come nuovo responsabile delle politiche di frontiera. Homan, incaricato di gestire quello che Trump ha definito “Espulsione degli Immigrati Illegali”, ha posizioni molto rigide sull’immigrazione e ha esperienza nelle politiche di frontiera della prima amministrazione Trump.

Tra le figure nominate, troviamo anche Elise Stefanik, deputata vicina a Trump, che sarà ambasciatrice alle Nazioni Unite. In passato, questo ruolo è stato ricoperto da Nikki Haley, una delle principali rivali di Trump nelle primarie repubblicane. Anche la nomina di Stefanik riflette la tendenza di Trump a circondarsi di alleati che sostengano apertamente le sue posizioni.

Lunedì, Trump ha nominato un altro fedele collaboratore, Lee Zeldin, alla guida della Environmental Protection Agency (EPA), l’ente governativo responsabile della tutela dell’ambiente. Questa nomina è particolarmente importante per Trump, dato che intende ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi, come fece durante il suo primo mandato. Zeldin, noto per la sua posizione conservatrice e il sostegno a Trump, è stato uno dei suoi più fermi difensori durante il primo processo di impeachment, dimostrando una fedeltà che lo rende una figura sicura per un ruolo così sensibile nella nuova amministrazione.

In un’ulteriore dichiarazione, Trump ha confermato la scelta di Mike Waltz come consigliere per la Sicurezza nazionale, una posizione che riveste particolare importanza dato che durante il suo primo mandato Trump ha cambiato quattro persone in questo ruolo. Waltz, membro del Congresso per la Florida dal 2019, è noto per le sue posizioni dure verso la Cina e ha in passato proposto il boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022, accusando il governo cinese di responsabilità nella pandemia di Covid-19 e delle repressioni contro la minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinjiang.

Trump ha annunciato inoltre la nomina di Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas, come ambasciatore in Israele. Huckabee, noto per il suo forte supporto per Israele, non ha mai ricoperto incarichi diplomatici prima d’ora. Secondo Trump, la nomina è dovuta al forte legame tra Huckabee e Israele, paese che Huckabee ha visitato numerose volte e per il quale ha spesso organizzato viaggi per cittadini statunitensi.

Huckabee si è espresso pubblicamente contro un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, confermando la sua posizione a favore delle politiche israeliane. Come inviato speciale per il Medio Oriente, Trump ha poi nominato Steve Witkoff, un imprenditore del settore edile e stretto amico del presidente, nonché uno dei principali donatori della sua campagna elettorale.

Secondo fonti giornalistiche, nelle prossime ore potrebbe essere annunciata ufficialmente anche la nomina di Marco Rubio come segretario di Stato. Rubio, senatore della Florida e in passato rivale di Trump nelle primarie repubblicane del 2016, è diventato negli anni successivi uno dei suoi più fidati sostenitori. La sua nomina come segretario di Stato rappresenterebbe un segnale chiaro della direzione che Trump intende seguire in politica estera, data la posizione di Rubio a favore della difesa di Israele e contro l’invio di nuovi aiuti militari all’Ucraina.

La CNN ha anche riportato che Trump starebbe valutando la nomina di Kristi Noem, governatrice del South Dakota, come segretaria alla Sicurezza interna. Anche se la nomina non è ancora confermata, la scelta di Noem segnerebbe una continuità con la linea rigida di Trump sulle politiche di frontiera. Durante il suo primo mandato, il dipartimento per la Sicurezza interna ha infatti gestito la controversa separazione forzata delle famiglie di migranti al confine con il Messico, suscitando reazioni contrastanti.

Nel maggio scorso, Noem aveva destato particolare attenzione con il suo libro in cui raccontava di aver ucciso il suo cane Cricket per comportamento aggressivo, un episodio che ha influenzato l’opinione pubblica e le sue possibilità come potenziale vicepresidente. Nonostante ciò, Trump sembra intenzionato a darle un ruolo di primo piano nella sua amministrazione.

Trump sembra quindi orientato a creare una squadra coesa, composta da fedeli alleati e collaboratori esperti, pronti a portare avanti il suo programma politico con determinazione. Questi incarichi indicano una linea più rigida e un maggiore controllo sui temi cruciali per il nuovo mandato, dall’immigrazione alla sicurezza nazionale, passando per le relazioni internazionali e la tutela ambientale. La composizione della squadra di governo non solo riflette le scelte di Trump in termini di fiducia e lealtà, ma rappresenta anche una chiara dichiarazione di intenti per il futuro degli Stati Uniti.

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