Lui si definisce “tranquillissimo”, l’opposizione spinge per trovare presto un sostituto, intanto Nordio getta ombre sulla tempistica delle misure: le ultime
L’arresto di Giovanni Toti a poche settimane dalle elezioni Europee scatena un nuovo terremoto politico. Nella maggioranza ci si affida ai principi del garantismo, mentre si leva più di una voce, a partire dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a sollevare dubbi sulla tempistica delle misure. Posizione, quella del Guardasigilli, fortemente criticata, sul fronte opposto, da Pd, M5s e Alleanza verdi e sinistra, che chiedono con forza che il presidente della Regione Liguria si dimetta subito. Dal canto suo il governatore ligure per ora ha solo commentato di essere “tranquillissimo”.
Nordio: “Dubbi sulla tempistica delle misure”
“Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro”, ha affermato Nordio. “Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni”. “Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio”, ha commentato invece il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che in una nota fa proclamare “l’estraneità” di FI e annuncia la sospensione degli iscritti Maurizio e Arturo Testa, coinvolti nell’inchiesta e ai domiciliari perché accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra.
Fratelli d’Italia: “Massima attenzione come per la Puglia”
Quanto a Fratelli d’Italia, la linea viene espressa dal capogruppo alla Camera Tommaso Foti, il quale a fine giornata assicura “massima attenzione per i fatti della Regione Liguria, come quella prestata per i fatti di Bari e in generale della Puglia, che hanno coinvolto il centrosinistra. Auspichiamo che le indagini siano rapide e che possa esserci piena chiarezza sui fatti, che sono oggetto oggi dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, e confidiamo che tutti agiscano nella massima trasparenza”, sottolinea poi Foti. In ogni caso il centrodestra attenderà gli sviluppi dell’inchiesta. “Noi siamo garantisti. Non mi sembra che le accuse nei confronti di Toti stiano in piedi”, osserva un esponente di FI. “Chissà perché queste inchieste arrivano sempre prima di un voto”, ironizza un esponente della Lega.
La linea delle opposizioni: “Dimissioni subito”
“La commistione fra politica e imprese private con interessi milionari legati alla pubblica amministrazione è una vera e propria malattia da estirpare. Ed è la ragione principale per cui io credo che Toti debba dimettersi e che vada restituita la parola ai cittadini della Liguria”, dice Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana. “È necessario che si vada rapidamente a nuove elezioni. Solo nuove elezioni possono portare chiarezza politica in una regione che ormai è un concentrato di interessi, ovvero aziende, società e persone che hanno finanziato la campagna elettorale del presidente Toti, e che poi sono le stesse società che hanno ottenuto autorizzazioni o delibere dalla stessa Regione”, rincara Angelo Bonelli di Allenza verdi e sinistra. “Elezioni subito” è anche la linea del Partito Democratico.
Giuseppe Conte: “Una ferita alla democrazia”
Così Giuseppe Conte: “L’inchiesta è appena uscita, stanno emergendo fatti precisi e gravi. È bene che il presidente della Liguria ne tragga le conseguenze. Quella mostrata a Genova è una ferita grandissima alla democrazia che solleva una questione morale nazionale e non è certo mettendo la mordacchia alle toghe che si può trovare una soluzione”. Una critica per niente velata alle parole del ministro Nordio, sul quale si sofferma anche la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani: “Le parole di Nordio sembrano quelle della difesa del presidente Toti, non certo di chi dovrebbe agire con leale collaborazione istituzionale”.
Il garantismo dei centristi: “Commenteremo le sentenze”
Al coro che chiede le dimissioni di Toti non partecipa Matteo Renzi che ricorda come “siamo all’opposizione di Toti, a maggior ragione siamo garantisti. Commenteremo le sentenze. Non ho mai pensato che un provvedimento giudiziario debba automaticamente influire sulla vita politica del Paese”. Non saranno più alleati, ma almeno su questo tema IV è d’accordo con Azione: “È troppo lungo l’elenco dei governatori indagati, sbattuti sui giornali con clamore e poi prosciolti o assolti, da Pittella a Fontana, da Oliverio a De Luca, da Zingaretti a Bonaccini per citarne alcuni, per non prendere con i piedi di piombo le accuse contro Giovanni Toti”, dice il deputato Enrico Costa.