Stop ai test d’ingresso per Medicina, ecco cosa potrebbe cambiare

Ad annunciare la novità sono Roberto Marti e Francesco Zaffini, della commissione Istruzione e della commissione Sanità del Senato. I due parlamentari hanno spiegato che l’intenzione del governo è di “introdurre la novità già dall’anno accademico 2025-2026″, ma tutto dipenderà dall’iter del provvedimento alla Camera e al Senato

La commissione Istruzione del Senato ha approvato il disegno di legge che prevede lo stop ai test d’ingresso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina veterinaria. Ad annunciarlo è il ministero dell’Università e della Ricerca. Il numero chiuso però resterà: “Ci sarà una graduatoria dopo i primi sei mesi di lezioni”. “Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico”, ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Ecco cosa potrebbe cambiare.

Le novità

Con il disegno di legge, che inizia ora il suo iter parlamentare, per poter essere iscritti alle facoltà di Medicina bisognerà prima frequentare un semestre ad accesso libero durante il quale lo studente deve garantire il conseguimento di tutti gli esami previsti. Al termine di questo periodo sarà stilata una graduatoria nazionale tenendo conto dei voti ottenuti e sulla base di questa sarà fatta una selezione. Chi non sarà ammesso e non potrà quindi proseguire gli studi potrà comunque utilizzare i crediti formativi acquisiti nei primi sei mesi per iscriversi ad altri corsi di laurea. “Gli studenti  potranno beneficiare di una formazione mirata e, in caso di mancata ammissione al secondo semestre, del riconoscimento dei crediti acquisiti per proseguire in altri percorsi di studio. Questa strategia mira a ottimizzare le risorse disponibili e garantire una preparazione di qualità in un settore cruciale per il Paese“,si legge in una nota del Mur.

Studentessa medicina
Studentessa medicina | unsplash @Newsby.it

Ad annunciare la novità sono Roberto Marti e Francesco Zaffini, presidenti rispettivamente della commissione Istruzione e della commissione Sanità del Senato. I due parlamentari hanno spiegato che l’intenzione del governo è di “introdurre la novità già dall’anno accademico 2025-2026″, ma tutto dipenderà dall’iter del provvedimento alla Camera e al Senato.

Viene abolito il test con le domande schizofeniche, con una valutazione estemporanea di test a crocette. Si tratta di una legge delega, i particolari saranno precisati appunto nella delega“, ha spiegato Francesco Zaffini. La ministra dell’università Anna Maria Bernini lo ha definito un “passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico“. “Abbiamo bisogno di 30mila professionisti, per di più nei prossimi sette anni. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione“, ha sottolineato Bernini. “In questo modo non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un’offerta formativa d’eccellenza”, ha continuato il ministro dell’Università.

Salvini: “Un’altra promessa mantenuta per i nostri ragazzi”

Il disegno di legge, che prevede anche una serie di iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, dovrà ora passare in Aula e alla Camera e potrebbe diventare realtà già l’anno prossimo.

Salvini ha dichiarato: “Basta con il test di ingresso a Medicina, con la casualità, con le crocette, con la fortuna, dall’anno prossimo basta test, ragazzi e ragazze che si sentono di fare i medici cominciano e dopo i primi esami sarà il merito, la competenza e i voti a decidere chi va avanti e chi invece sceglierà altre strade“. Lo stop del numero chiuso “è un’altra promessa mantenuta per i nostri ragazzi. Un paese che dà questa possibilità ai ragazzi e alle ragazze è un paese sano“, ha continuato il vicepremier a margine di una conferenza stampa in Senato.

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