Non si placa la tensione tra governo e i presidenti delle Regioni in zona rossa, nonostante l’alto numero di contagi e gli oltre 400 morti registrati in Italia solo ieri. Per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo alla Camera dei Deputati, ha ribadito il suo appello per una maggiore compattezza istituzionale in un momento molto delicato. “Non può essere il virus il terreno dello scontro politico. I dati parlando da soli. Quindi vi chiedo: basta polemiche”.
È necessario, ha detto, che le autorità collaborino per far fronte alla pandemia e, in primo luogo, perché “i numeri che continuano ogni giorno drammaticamente a crescere” rappresentano “persone in carne ed ossa”. Il virus, ha aggiunto il ministro, “non ci dà tempo, se non lo contrastiamo adeguatamente dilaga. In sole tre settimane ad ottobre siamo passati a 20mila contagiati, non possiamo avere incertezze ma muoverci con determinazione. Nessuno avendo responsabilità di governo può sottarsi a questa necessità. Il governo si è assunto fino in fondo la sua responsabilità. Per me non è un merito, ma un atto dovuto”.
Speranza: “Abbiamo coinvolto sempre le Regioni nelle decisioni”
“Senza limitazioni dei movimenti e il cambio delle abitudini di vita, la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata a un clamoroso fallimento”. L’invito a ridurre le proteste si è poi rafforzato con parole dirette: “Questo governo ha coinvolto fin dal primo momento tutte le Regioni nelle decisioni per la lotta al virus, ricevendo dati dai monitoraggi territoriali stessi”, ha continuato, invitando ora ad una “leale collaborazione”. Il ministro tiene dunque il punto sullo scontro con le amministrazioni locali specificando però quanto lo spirito con cui il governo si sta muovendo in queste ore non sia affatto “punitivo nei confronti delle Regioni, anzi l’esatto opposto”. E nel paragone con la situazione di marzo ribadisce: “È vero che sono tanti i casi asintomatici, ma questa volta sono colpite tutte le Regioni”.