È realistico che entro fine settembre “ogni italiano che lo chieda sia stato vaccinato“. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista al Corriere della Sera. “Abbiamo firmato intese con medici di medicina generale, specializzandi, specialisti ambulatoriali, odontoiatri e pediatri di libera scelta. Sono 160 mila medici. Ci sono i 270 mila infermieri del SSN che ora possono vaccinare fuori dal loro orario di lavoro e stiamo formando 19 mila farmacisti. Con queste forze spero raggiungeremo al più presto il traguardo delle 500 mila somministrazioni al giorno, indicato dal generale Figliuolo”.
“Perché non fissiamo una data per le riaperture? Dobbiamo dire la verità, non possiamo suscitare illusioni che finiscono per rivelarsi un boomerang. Io però sono ottimista, grazie ai sacrifici di queste settimane e all’accelerazione della campagna di vaccinazione, già nella seconda parte della primavera vedremo risultati incoraggianti e staremo meglio”. Lo dice sempre il ministro Speranza nell’intervista al quotidiano milanese. E in quanto alle accuse di eccessivo ‘rigorismo’ da parte di Matteo Salvini: “Se sono ideologico io, lo sono anche Merkel, Macron e tutti i ministri della Salute del mondo costretti a firmare restrizioni. Qui l’ideologia non c’entra nulla, ogni misura è ponderata sulla base dei dati scientifici. Fidiamoci della scienza, che ci ha sempre guidati in questo anno difficile”.
Nel frattempo quattro persone sono finite indagate per “minaccia aggravata” perché ritenuti responsabili di avere inviato, tra ottobre 2020 e gennaio 2021, numerose e-mail dal contenuto gravemente minaccioso rivolte a Roberto Speranza. Grazie all’utilizzo di sofisticate tecniche investigative telematiche messe in campo dai Carabinieri del Nassotto, e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, i militari del Reparto Operativo del Nas, nelle province di Torino, Cagliari, Varese ed Enna, hanno dato esecuzione a quattro decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti cittadini italiani di età compresa tra i 35 e i 55 anni, residenti nel torinese, cagliaritano, varesotto ed ennese. Alcuni con precedenti di polizia analoghi al reato ora contestato, celati dietro indirizzi e-mail gestiti da server ubicati in Paesi extra-europei.
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