Si definisce un “reazionario” e da anni si professa favorevole al diritto dei cittadini di armarsi per autodifesa con tanto di hashtag #progun sui profili social. Emanuele Pozzolo, il deputato vercellese di Fratelli d’Italia proprietario della pistola da cui è partito il colpo al veglione di Capodanno alla Pro loco di Rosazza organizzato dal sottosegretario Andrea DelMastro, è indagato dalla procura di Biella per lesioni colpose, accensioni pericolose e omessa custodia di armi.
Pro-gun e no-vax
Prima di approdare nel partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Pozzolo ha militato nella Lega Nord e nel 2004 è stato eletto come consigliere circoscrizionale di Vercelli. Nel 2012 è diventato portavoce provinciale di FdI e sette anni dopo è stato nominato assessore del Comune piemontese. Nel 2022 l’elezione a Montecitorio. Consulente legale, 38 anni, una moglie e tre figli, il deputato ha un regolare porto d’armi. Già nel 2015 si professava “pro-gun”. “Proteggere i propri beni non è un delitto. Il problema non è ‘farsi giustizia da sé’ ma impedire sia commessa un’ingiustizia. Se ciò impone l’uso di un’arma, pazienza”, scriveva su Facebook.
In un altro post si legge il cartello ironico firmato “Firearms United Italy”: “Attenzione criminali, terroristi: tutti i cittadini onesti sono stati disarmati per la vostra sicurezza. Buon divertimento”. Sempre nel 2015, in merito a una strage in Oregon, Pozzolo scriveva in un tweet che “per Obama è sempre colpa delle armi. Eppure io non ho mai visto una pistola sparare da sola”.
Sui suoi profili social compare anche un post con foto e citazioni di Benito Mussolini. Spesso nel mirino del deputato sono finiti anche vegani e omosessuali. Durante la pandemia “Manny” è stato un convinto No vax e No pass.
Ha fatto parlare di sé anche in occasione dell’assalto al Congresso Usa del gennaio 2021, pubblicando un quadro che raffigurava il reparto confederato che si lanciava all’attacco. Le provocazioni di Pozzolo non sono mancate neanche in occasione dell’8 marzo di qualche anno fa quando, per ironizzare sulla capacità delle donne al volante, ha pensato di celebrare la Giornata internazionale pubblicando l’immagine di una giovane che aveva fatto l’incidente con l’auto.
DelMastro: “Basito, non immaginavo portasse una pistola”
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, già rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio, dice di sentirsi “veramente sfortunato” in un’intervista a Repubblica. “Sono basito. Gli ho detto di venire, ma mai avrei immaginato che portasse una pistola. E poi poteva andare in ventimila posti e invece è venuto proprio lì. Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire”.
Pozzolo indagato, invoca l’immunità e non consegna gli abiti
Pozzolo al momento risulta l’unico indagato dalla procura per quanto avvenuto la notte del 31 dicembre a Rosazza, dove, al termine della serata di festeggiamenti, un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola ha ferito uno dei presenti. I magistrati della città piemontese parlano di “atto dovuto”. Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, non risulta che altri stessero maneggiando l’arma: la circostanza comunque resta tutta da verificare. Una risposta arriverà dallo Stub, il test per la ricerca di residui di polvere da sparo. Nell’immediatezza, Pozzolo non si è sottoposto all’accertamento. Poi ha parlato con alcuni conoscenti e alcune ore più tardi, alle 7:25, i carabinieri hanno potuto procedere.
I rilievi sono stati effettuati sia sulle mani che sugli indumenti, tra cui un pile e un paio di jeans. Gli abiti non sono stati presi in consegna dai militari perché il deputato ha invocato l’immunità parlamentare. Gli investigatori sono comunque certi che il passare delle ore non abbia pregiudicato l’attendibilità del test eseguito dagli specialisti del Ris di Parma.
L’incidente di Capodanno
Alla festa c’era una trentina di persone, fra cui Delmastro con la sua scorta. Pozzolo aveva atteso la mezzanotte in casa con la famiglia e alla Pro Loco si è presentato intorno all’una e un quarto. Secondo la testimonianza dei presenti, avrebbe estratto l’arma, una mini-revolver North American Arms Provo Ut, calibro 22. “A un certo punto ha tirato fuori una pistola per farla vedere in giro. Era piccola, sembrava un accendino, e la poteva tenere nel palmo di una mano“. Cosa è accaduto lo accerteranno gli inquirenti. La scena è durata meno di venti secondi. “Non c’è stato nemmeno il tempo di chiedergli cosa stessa facendo e magari di mettere via l’arma, visto che nel locale c’era anche dei bambini”.
Le indagini ora sono concentrate sulle analisi dei test per rilevare tracce di polvere da sparo e sulle dichiarazioni rese dai partecipanti alla cena. Verifiche verranno fatte anche sulla mini pistola e sul proiettile che ha ferito uno dei presenti. Si punta ad accertare l’esatta dinamica dei fatti e a capire come è partito lo sparo e chi aveva la pistola in quel momento. “Non ero io”, ha detto Pozzolo ai carabinieri. Ma almeno un testimone afferma che “la stava maneggiando”.
Il proiettile ha ferito alla coscia Luca Campana, 31 anni, genero di uno dei componenti della scorta di Delmastro. Il sottosegretario in quel momento era fuori, sul piazzale, a prepararsi per la partenza. L’uomo, dimesso dall’ospedale di Ponderano con una prognosi di 10 giorni, non ha presentato querela. Sono stati due agenti del suo seguito a prestare i primi soccorsi a Campana e a mettere la pistola in sicurezza, poi posta messa sotto sequestro dalla procura. I magistrati di Biella hanno già disposto la revoca del porto d’armi a Pozzolo.
La difesa di Fratelli d’Italia: “Non è un caso politico”
In una nota il partito della premier si difende derubricando “l’incidente” a “fatto di cronaca” senza “alcuna rilevanza politica”. E definisce “assurdo il tentativo di trasformare quanto accaduto in un caso politico per attaccare Fratelli d’Italia”. FdI assicura che “qualora dovessero emergere comportamenti irregolari o inadeguati da parte dell’onorevole Pozzolo, saranno presi gli opportuni provvedimenti anche da parte del partito”.
Le opposizioni all’attacco della premier Meloni
Le opposizioni intanto vanno all’attacco della premier. A cominciare dal Partito democratico. Il caso “racconta molto delle abitudini di chi oggi guida il Paese. E, per inciso, non sono fatti di cronaca, sono fatti tutti politici. Fino a quando la presidente Meloni coprirà questi comportamenti del tutto incompatibili con i ruoli istituzionali rivestiti da questi ‘sfortunati’ colleghi di partito?”, dice Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd.
Il Movimento 5 stelle stigmatizza l’immunità parlamentare. “Ci eravamo accorti che il governo e la maggioranza vivono in un mondo parallelo, mai avremmo immaginato fosse il far west. Rifiutarsi di fare il test sulla polvere da sparo avvalendosi dell’immunità parlamentare è l’unico modo per auto dichiararsi colpevole”, attacca il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli. “Ma è anche il modo migliore di dimostrare tutta l’arroganza e l’ignavia di questi assurdi personaggi che, speriamo il prima possibile, finiranno nel dimenticatoio”.
Sulla stessa linea la deputata dem Laura Boldrini. “Che quel parlamentare usi l’immunità per sottrarsi al test sulla presenza di polvere da sparo è un pessimo esempio che si dà al Paese. Come fa Giorgia Meloni, dopo avere applaudito il Presidente Mattarella che ha parlato chiaramente ‘contro il rischio di diffusione delle armi’, a tenersi nel partito deputati come Pozzolo?”