A partire dal prossimo 15 ottobre non entrerà in vigore solo il Green pass sui luoghi di lavoro. Infatti, ci sarà lo stop allo smart working per tutta la pubblica amministrazione. Si tornerà, così, a lavorare in presenza. A dirlo è Renato Brunetta, ministro della Pa, a margine della cerimonia di consegna dei Premi Leonardo. “Questo per accompagnare la crescita e la vita dei cittadini che hanno diritto, dopo 18 mesi difficilissimi, incerti e tragici, di ricominciare a vivere“.
Il ministro, inoltre, ha aggiunto che il contratto che disciplinerà lo smart working per i dipendenti pubblici potrebbe essere “maturo nell’arco di un mese“. “Il nuovo smart working avrà necessariamente una base dal punto di vista informatico. Avrà dei device e delle strutture, un’organizzazione dedicata per obiettivi e avrà la condizione della soddisfazione dei cittadini e delle imprese perché deve servire per migliorare l’efficienza e la produttività“.
Brunetta: “Lo smart working deve essere valorizzato e strutturato”
Per Brunetta, l’esperienza dello smart working di questi 18 mesi di emergenza, causata dalla pandemia da Covid-19, è stata “staordinaria” e deve quindi essere “valorizzata e strutturata“. Questo attraverso le risorse contenute nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Le decisione di tornare al lavoro in presenza poggia anche sui nuovi dati sull’incidenza dei contagi, in discesa e sotto la soglia di rischio dei 50 casi ogni 100mila abitanti.
L’ipotesi per il rientro della Pubblica amministrazione è comunque progressivo. Si partirebbe dunque dal personale più direttamente impegnato nelle attività al pubblico. Poi, in un secondo momento, sarebbe esteso anche agli uffici. Tutto questo, inoltre, si lega all’obiettivo del Green pass, esteso a tutti i lavoratori, per riuscire progressivamente ad abbandonare lo smart working come “modalità ordinaria” di lavoro per i dipendenti pubblici.