Bar e ristoranti chiusi dalle 18 in poi, come stabilito dal nuovo Dpcm. O forse no. C’è infatti un Comune in Italia in cui sembra destinata a entrare in vigore un’ordinanza diversa. Che, andando in totale contraddizione con il decreto, sicuramente scatenerà un nuovo vespaio di polemiche. Il Comune in questione è Sutri e il sindaco è il “solito” Vittorio Sgarbi.
La decisione di Sgarbi
Noto e ormai quasi famigerato per le sue posizioni veementemente contrarie alle decisioni operate dal Governo, Sgarbi ha infatti deciso di concedere ai ristoranti di restare aperti fino alle 22, mentre per bar e pasticcerie le serrande si abbasseranno alle 20. Una decisione commentata sui social e, secondo il sindaco di Sutri, perfettamente legale.
“Ho deciso nell’ambito delle ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione della emergenza epidemiologica da Covid, di condividere la linea rigorosa del presidente della provincia di Trento“, è la premessa di Sgarbi. Che garantisce di aver operato “anche in riferimento agli articoli 4 e 5 della legge costituzionale del 18 ottobre 2001“.
Le differenze dal Dpcm
Da qui l’emanazione di “una ordinanza corrispondente a quella dell’articolo 40 e 41 dell’ordinanza presidenziale“. Questi i punti destinati a fare scalpore: “Le attività degli esercizi di ristorazione sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 20.00 per i bar, le gelaterie e le pasticcerie e fino alle ore 22.00 per i ristoranti. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di 4 persone, salvo che siano tutti conviventi“.
“Dalle ore 18.00 – spiega ancora Sgarbi – la consumazione di pasti e bevande è consentita solo al tavolo con assegnazione di posti a sedere“. E il sindaco di Sutri garantisce: “L’ordinanza sindacale non si discosta dal comma 2 dell’articolo 12 del dpcm del 24 ottobre“. Ricordiamo che in agosto una sua precedente decisione di vietare la mascherina aveva scatenato un altro polverone. Destinato ad essere raggiunto e probabilmente superato in questa nuova occasione.