Scuola, le ragioni dietro lo sciopero generale del 31 ottobre

La Flc Cgil ha proclamato la mobilitazione anche per “affermare un’idea di scuola democratica, in netta contrapposizione con le riforme regressive e autoritarie del ministro Valditara”, dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza Cgil

Oggi 31 ottobre è sciopero generale del pubblico impiego e i settori più colpiti saranno scuola, uffici pubblici e sanità. Lo sciopero riguarderà anche personale dell’università e degli enti di ricerca, accademie e conservatori e Istituti Aninsei. Ci saranno manifestazioni in oltre 40 città italiane per chiedere un contratto giusto ed un lavoro stabile: rinnovi contrattuali adeguati all’aumento del costo della vita, un piano assunzioni per contrastare la mancanza di personale, la stabilizzazione di tutti i precari, e ancora investimenti e rilancio dei servizi pubblici e misure per i neoassunti della PA che devono spostarsi centinaia di chilometri dal luogo di residenza.

Le manifestazioni

A Milano è stata organizzata una manifestazione regionale con presidio in piazza Santo Stefano con gli interventi di delegate e delegati di Flc Cgil, il segretario generale di Cgil Lombardia Alessandro Pagano e la segretaria generale di Flc Cgil Gianna Fracassi. A Roma USB Pubblico Impiego ha organizzato una manifestazione nazionale davanti al Ministero per la Pubblica Amministrazione. “Dopo aver lasciato il tavolo di trattativa, davanti alla proposta irricevibile di un contratto che porterebbe ad una perdita del potere d’acquisto dei salari pari al 10%, portiamo la protesta davanti le finestre del Ministro Zangrillo“, si legge in una nota. “La legge di bilancio, inoltre, ha reso esplicite tutte le motivazioni dello sciopero, a partire dall’elemosina aggiuntiva di 6 euro lordi mensili sulle risorse contrattuali, fino al piano di tagli a tutti i settori della PA, con la ciliegina sulla torta del blocco parziale del turn over. Tra le rivendicazioni “risorse adeguate che garantiscano il potere d’acquisto dei salari e stabilizzazione di tutti i precari della PA“.

Classe scuola
Classe scuola | pixabay @WOKANDAPIX Newsby.it

A Firenze lo Spi Cgil Toscana ha organizzato al Mandela Forum di Firenze la manifestazione Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”. “A fronte di una manovra che continua a penalizzare i redditi da lavoro e da pensione e non prevede investimenti concreti per le giovani generazioni rivendica tutela del potere d’acquisto dei pensionati, un sistema previdenziale in grado di garantire il giusto diritto alla pensione e chiede risposte su sanità, non autosufficienza e fisco nel segno dell’equità e dell’universalità”, si legge in un comunicato del sindacato.

Le motivazioni

“La perdita di potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e pensionati. E poi la mancata rivalutazione degli assegni pensionistici: i pensionati non sono più disponibili ad essere il “bancomat” del Paese. Altro tema chiave è quello della sanità: i tagli al welfare universalistico, le mancate risorse al sistema sanitario pubblico penalizzano in particolar modo la popolazione più anziana e fragile, poiché il ricorso alla sanità privata, in crescita, finisce con erodere ulteriormente il reddito dei pensionati. Infine, la richiesta di un sistema fiscale più giusto ed equo, considerando che in Italia l’Irpef resta per la stragrande maggioranza a carico di lavoratori dipendenti e pensionati“, recita lo slogan scelto per la protesta.

La legge di bilancio presentata in Parlamento nei giorni scorsi “non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024 e non risolve il problema del potere d’acquisto dei salari a fronte del 18% circa di inflazione. A questo si aggiunge l’annoso problema del precariato: un lavoratore su quattro fra ATA e docenti non ha un contratto stabile e questo arreca un danno non solo alle vite di lavoratrici e lavoratori, ma anche alla didattica e alle studentesse e agli studenti“.

La Flc Cgil: “Il Governo e il Ministero dell’Istruzione e del Merito non hanno ascoltato le nostre ragioni”

La Flc Cgil ha proclamato la mobilitazione anche per “affermare un’idea di scuola democratica, in netta contrapposizione con le riforme regressive e autoritarie del ministro Valditara”, dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza Cgil. “In queste due importanti date di mobilitazione ribadiremo la nostra opposizione alla filiera tecnologico-professionale che riduce l’offerta formativa consegnandola ai privati, e al liceo made in Italy che risponde a una visione aziendalistica dell’istruzione. Abbiamo più volte espresso preoccupazione per i nuovi strumenti di valutazione basati su criteri selettivi e punitivi e per la revisione delle indicazioni nazionali e delle linee guida dell’educazione civica ispirate all’individualismo e al culto della nazione e del profitto. Per non parlare dell’istituzione di classi “differenziali” per alunni non italofoni. Il Governo e il Ministero dell’Istruzione e del Merito non hanno ascoltato le nostre ragioni. Saremo in piazza il 31 ottobre e il 15 novembre con gli studenti e le studentesse per riaffermare il protagonismo di chi la scuola la vive e la attraversa quotidianamente”, continua Fracassi.

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