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Sono state a dir poco complesse le ultime ventiquattr’ore per Vincenzo De Luca. Prima la decisione del Tar della Campania di sospendere l’ordinanza regionale che disponeva la didattica a distanza, per le scuole primarie e medie, fino a fine gennaio. Poi le parole del premier Mario Draghi e del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in conferenza stampa, che hanno sostanzialmente affossato davanti ai cronisti le ultime decisioni del governatore campano.
Chi si attendeva l’immediata controreplica del “vulcanico” titolare dell’ufficio principale di Palazzo Santa Lucia è rimasto deluso. Almeno fino al pomeriggio di martedì, quando a margine dei lavori in Consiglio regionale, De Luca non ha trattenuto la sua irritazione per quanto accaduto nella giornata precedente.
De Luca accusa Draghi: “Sconcertante dire ai giornalisti quali domande fare e quali no”
“Ho ascoltato ieri la conferenza stampa del presidente del Consiglio trovandola per un verso insopportabile e per un verso insopportabilmente demagogica – ha detto, senza mezzi termini -. L’ho trovata sconcertante perché all’inizio ha delimitato il recinto nel quale i giornalisti potevano muoversi”.
“Trovo francamente incredibile che il presidente del Consiglio dica ai giornalisti le domande che possono fare e quelle che non possono fare – ha proseguito -. Queste cose avvengono nelle democrazie cosiddette protette. Il presidente del Consiglio è libero di non rispondere ma non di delimitare le domande”.
“Dad? Bisogna prendere decisioni prima che sia esploso il problema”
De Luca, poi, ha confermato di credere fermamente nell’utilità dell’ordinanza regionale, di fatto respinta dal Tar, che disponeva la dad per elementari e medie fino al 29 gennaio, puntando sulla vaccinazione di massa degli alunni proprio in quel periodo.
“I due punti forti su cui si è basata la richiesta di sospensiva sono questi: la regione non è in zona rossa, il Governo nei suoi decreti ha messo in campo tutte le misure necessarie per contenere il Covid – ha detto De Luca, parlando della sospensiva del Tribunale amministrativo -. Rispetto alla zona rossa io credo che una Regione non sia obbligata ad aspettare di arrivare prima in zona rossa, cioè prima alla drammatizzazione del contagio, per prendere misure preventive”.
“Noi da sempre abbiamo una linea diversa – ha spiegato -. Riteniamo che le decisioni si debbano prendere prima che sia esploso il problema, non quando è esploso. Per quanto riguarda le misure previste dal Governo, mi sembrano tutte virtuali e in larga misura inattuabili. A cominciare dai tracciamenti e dalla garanzia di tranquillità da dare ai presidi e conseguentemente alle famiglie”.
L’ulteriore affondo contro il premier: “L’ho visto camminare sulle acque”
Il presidente della Regione Campania ha concluso il suo intervento davanti ai cronisti con un altro attacco al governo centrale. “Siamo tutti per la scuola in presenza – ha detto -. Ma non tutti condividiamo la necessità di parlare un linguaggio di verità. Dovremmo partire dalla realtà, per quella che è. Tutelare davvero e non per finta la salute dei nostri bambini”.
“Ma in fondo – ha poi concluso, con forte sarcasmo – va tutto bene, è tutto bello e posso giurare di aver visto il presidente Draghi camminare sulle acque del Tevere”.