Aumentano le tensioni all’interno della coalizione di centrodestra dopo la proiezione della sconfitta nella recente tornata elettorale in Sardegna. Voto disgiunto o candidato sbagliato, cresce la sfiducia tra gli alleati dopo la sconfitta del candidato Paolo Truzzu nell’isola. “La responsabilità è del sottoscritto e di nessun altro” ha detto il candidato del centrodestra, in conferenza stampa dopo la sconfitta. ”A Cagliari mi pare che ci sia stato più un voto contro di me che per Todde”, ha aggiunto.
Ora sarà necessaria un’analisi approfondita delle dinamiche politiche e dei relativi processi interni, per comprendere il divario di preferenze tra Alessandra Todde e Paolo Truzzu nei voti dei sardi. Quest’ultimo, scelto come candidato da Giorgia Meloni e ufficialmente confermato poco più di un mese fa dopo una disputa con Matteo Salvini, si ritrova ora al centro di una partita che va oltre ad aver “perso” la regione, ma di fatto certifica la prima sconfitta elettorale della coalizione al governo.
Le tensioni nel centrodestra
Nelle prime analisi all’interno del partito di Meloni emergono sospetti sull’effetto del voto disgiunto, ipotizzando che abbia penalizzato Truzzu, ma i leghisti smentiscono questa ipotesi. Altro tema è relativo all’appoggio di Salvini a Solinas, senza il quale l’esito sarebbe potuto essere diverso. Forza Italia getta benzina sul fuoco, attribuendo la sconfitta alla gestione del candidato Solinas e sottolineando la crisi interna alla Lega.
Il partito fondato da Silvio Berlusconi intanto accoglie con soddisfazione il risultato in Sardegna, dove dalle prime predizioni ha doppiato la Lega ((6,9% contro 3,7 secondo dati non definitivi). Tuttavia, dalle parti del Carroccio si suggerisce di considerare anche i voti del Partito sardo d’azione (oltre il 5%), che ha appoggiato Solinas. Una situazione che non fa altro che aumentare il nervosismo e i dissidi all’interno della coalizione.
Le tensioni erano già evidenti sin dalla convocazione, verso le 13 della giornata di ieri, di un incontro tra la premier Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani a Palazzo Chigi, fissato dopo il comizio tenutosi mercoledì a Cagliari. L’obiettivo dell’incontro era riavviare l’azione di governo con maggiore coesione politica. Fonti interne descrivono l’atmosfera dell’incontro come positiva e distesa.
Le prossime partite da giocare
Nelle prossime ore, potrebbe emergere il sostegno del tavolo di coalizione per l’ex ministra Adriana Poli Bortone, come candidata del centrodestra per Lecce nelle elezioni amministrative. La riflessione sulle implicazioni di questa sconfitta si preannuncia complessa e approfondita. Il 10 marzo elezioni anche in Abruzzo, dove il governo punta sull’esponente di Fratelli d’Italia Marco Marsilio, e dove i tre leader sono attesi il 5, mentre tra il 21 e il 22 aprile in Basilicata, Forza Italia conta sulla conferma di Vito Bardi ma la partita non è del tutto chiusa, anzi.
Nella testa della coalizione di centrodestra però ci sono soprattutto le Europee di giugno, un potenziale spartiacque. Salvini intanto ha annullato una prevista intervista a Quarta Repubblica su Rete4, ma fonti interne alla Lega assicurano che ciò sia indice di risentimento per il momento vissuto all’interno del centrodestra: “Non c’è rancore né voglia di resa dei conti: in campagna elettorale – assicurano – è stato fatto il massimo”.