Sangiuliano, l’ex ministro è indagato: i due reati ipotizzati dai magistrati

Non finiscono i guai per l’ex titolare del MiC: il caso Boccia ha attirato anche l’intreresse della Procura di Roma e della Corte dei Conti

L’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è al centro di un’indagine avviata dalla Procura di Roma. Secondo quanto riportato da diverse testate, tra cui Il Corriere della Sera e La Repubblica, i reati ipotizzati a carico dell’ex ministro sono quelli di peculato e di rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. La vicenda è collegata a eventi che hanno portato Sangiuliano a presentare le sue dimissioni irrevocabili nei giorni scorsi.

Il fascicolo aperto dalla Procura riguarda in particolare i rapporti tra l’ex ministro e Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice di 41 anni, che sarebbe stata coinvolta in attività istituzionali senza detenere un incarico ufficiale. La denuncia contro Sangiuliano è stata presentata dal deputato e portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, presso il posto di polizia della Camera dei deputati, la scorsa settimana. Secondo la procedura prevista in questi casi, il fascicolo sarà ora trasmesso al tribunale dei Ministri, essendo Sangiuliano una figura che ha ricoperto incarichi pubblici di alto livello fino a poco tempo fa.

Le accuse di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio

Le accuse di peculato mosse contro Sangiuliano riguardano presunti viaggi effettuati con la Boccia, che non sarebbero stati legati al suo ruolo istituzionale. L’imprenditrice avrebbe dichiarato di aver partecipato a viaggi, anche di lungo raggio, insieme all’ex ministro, sostenendo che questi non fossero collegati agli obblighi istituzionali di Sangiuliano. L’ex ministro ha negato qualsiasi utilizzo di denaro pubblico per favorire Boccia, ribadendo più volte di non aver mai speso fondi dello Stato a suo favore.

Un post pubblicato da Maria Rosaria Boccia
Un post pubblicato da Maria Rosaria Boccia | INSTAGRAM/mariarosariabocciaofficial – Newsby.it

L’accusa di rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio deriva dalle dichiarazioni della stessa Boccia, che ha affermato di essere stata coinvolta in alcune riunioni organizzative preparatorie del G7, sebbene non avesse un incarico formale che giustificasse la sua presenza. Anche su questo punto, Sangiuliano ha respinto le accuse.

La difesa di Sangiuliano

Il legale dell’ex ministro, l’avvocato Silvero Sica, ha definito l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Roma un “atto dovuto”, legato all’esposto presentato da Bonelli. Durante un’intervista alla trasmissione L’Aria che tira su La7, Sica ha dichiarato di non avere preoccupazioni riguardo alle nuove possibili rivelazioni da parte di Boccia, attese durante un’intervista che sarebbe andata in onda su Rete4. “Ho visionato le chat dell’ex ministro e sono sereno. Non ho alcun timore di quello che può dire questa signora”, ha affermato il difensore di Sangiuliano.

Sica ha inoltre criticato alcuni aspetti della copertura mediatica della vicenda, lamentando una presunta alterazione delle regole giornalistiche. “I giornalisti dovrebbero fare il loro lavoro: si verifica chi è l’accusatore e poi si passa all’accusato”, ha dichiarato, suggerendo che la stampa avrebbe, in alcuni casi, dato eccessivo risalto alle accuse mosse contro il suo assistito.

Indagine della Corte dei Conti

Parallelamente all’inchiesta della Procura di Roma, anche la Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio ha deciso di esaminare il caso. L’obiettivo è verificare se esistano eventuali profili di danno erariale legati alla gestione dei fondi pubblici da parte dell’ex ministro. I magistrati della Corte dei Conti, coordinati dal procuratore regionale Paolo Luigi Rebecchi, dovranno chiarire se vi sia stato un utilizzo improprio di risorse statali.

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