Matteo Salvini, il giorno dopo l’aggressione subita a Pontassieve da parte di una giovane donna del Congo, ha provato a minimizzare l’accaduto: “Ma no, mi dicono che fosse una persona con alcuni problemi, cosa bisogna dire? Mi pare che sia un caso chiuso. Non uso questo gesto per fare campagna elettorale, non voglio affatto che sia legata a un’aggressione“.
Il leader leghista ha evitato di strumentalizzare l’aggressione subita mantenendo un basso profilo. Una scelta probabilmente dettata dal fatto che a breve si terranno le elezioni regionali 2020. Tuttavia, l’onorevole leghista non è riuscito a trattenere una battuta polemica sull’episodio: “Certo, se la camicia fosse stata strappata a Conte o a Zingaretti, sai che coro…”.
Matteo Salvini è consapevole della singolarità dell’episodio e vuole continuare la propria campagna elettorale in mezzo alla gente senza il timore che possa accadere nuovamente: “No davvero. Sono un sostenitore della democrazia, della libertà di pensiero e di parola per chiunque. Sono abituato a stare in mezzo alla gente, non cambio certamente ora”.
Salvini e il silenzio di Conte
“Ieri mi ha stupito il silenzio del premier Conte: il leader dell’opposizione aggredito e il presidente del Consiglio che non dice nulla“, ha affermato con amarezza Matteo Salvini. Anche se i messaggi di solidarietà da parte di tutti i partiti politici non sono mancati: “Mi ha fatto piacere la manifestazione di solidarietà della ministra dell’Interno Lamorgese“, ammette il leader della Lega.
Episodio chiave a livello politico?
Paradossalmente Salvini potrebbe anche beneficiare di tutto ciò che accaduto durante il suo comizio. In Toscana, feudo storico della sinistra, i sondaggi dicono che le possibilità di vittoria del candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, sono tra il 42-46%. Numeri simili anche per il candidato del centrodestra, Susanna Ceccardi, che fa registrare un consenso tra il 39-43%. Con tale incertezza l’aggressione a Pontassieve potrebbe favorire il centrodestra e la sua candidata.