La Regione Lazio, guidata da Francesco Rocca, ha revocato il patrocinio al Roma Pride perché “promuove pratiche illegali come l’utero in affitto“. La giunta di centrodestra ha sottolineato il proprio impegno sui diritti civili, ma ha affermato che la Regione non può e non potrà mai sostenere manifestazioni in cui si promuovono comportamenti illegali.
Il corteo, in programma sabato 10 giugno, ha invece il sostegno del sindaco di Roma: “Roma ha confermato il patrocinio al Pride che è un evento importantissimo che dà voce non solo alla comunità Lgbt+ e alla sua richiesta di diritti e di contrasto alle discriminazioni, ma dà voce anche a cittadini che immaginano una città aperta, in cui non ci sono discriminazioni“, ha dichiarato Roberto Gualtieri.
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia mirano a far diventare la GPA reato universale
La ragione che avrebbe spinto la Regione Lazio a prendere tale decisione è da rintracciare anche in alcune affermazioni sulla pratica della gpa, la gestazione per altri, che è illegale in Italia e che alcune proposte di legge di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia mirano a rendere reato universale, interessando quindi anche i cittadini italiani che hanno fatto ricorso all’estero. La revoca del patrocinio al Pride Roma “si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’. Tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”, spiega la giunta.
Le affermazioni in questione sarebbero quelle del portavoce del Roma Pride, Nicola Colamarino durante un suo discorso: “Siamo soddisfatti che la Regione abbia deciso di continuare a sostenere la nostra manifestazione e le nostre rivendicazioni e apprezziamo che abbia deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici. Apprezziamo il fatto che la Regione si sia sottratta alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo di fatto le distanze da quanti in Parlamento vorrebbero rendere la nascita dei nostri figli e delle nostre figlie reato universale, perseguendo la gestazione per altri anche se realizzata all’estero”. In Italia, la pratica della gpa è vietata dall’articolo 12 comma 6 della legge 40 del 2004.
Cos’è la gestazione per altri (gpa) e in quali Paesi Ue è consentita
Si parla di gestazione per altri (gpa) quando una donna porta avanti una gravidanza per conto di un’altra donna, a volte anche con inseminazione artificiale o con inseminazione in vitro, in quest’ultimo caso la pratica prende il nome di gpa gestazionale. La donna coinvolta nella gravidanza non ha alcun diritto sul bambino.
In Europa, la maternità surrogata è legale nella sua forma “non retribuita” o “altruistica”, (chi porta avanti la gravidanza non riceve alcun compenso personale in denaro) in Danimarca, Repubblica Ceca, Belgio, Ungheria, Bulgaria, Paesi Bassi, Grecia (solo per i residenti e con permesso speciale rilasciato dal Tribunale). In Albania e Repubblica Cecoslovacca è permesso sia con retribuzione che senza, ma le procedure sono difficili e lente. Altri Paesi in cui è consentita la gpa sono Cipro, Kazakistan e Bielorussia, Ucraina, Portogallo (solo per coppie eterosessuali che non possono avere figli).