Renzi annuncia: “Votiamo no alle mozioni di sfiducia per Bonafede”

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Il nodo più importante della giornata politica odierna è stato sciolto: Matteo Renzi e Italia Viva votano contro la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

“Ci guida la politica, non il populismo”

Lo ha spiegato lo stesso Matteo Renzi, nel corso del suo intervento al Senato. “Ci guida la politica, non il populismo. Non sono i sondaggi, ma i dati. Siccome partiamo dalla politica, voteremo contro le mozioni di sfiducia. Ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale“. Queste le parole pronunciate in Aula dal leader di Italia Viva, nell’ambito delle dichiarazioni di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.

Renzi punge i M5S: “Noi diversi da voi”

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Da parte di Renzi non è però mancato un accenno di polemica, nei confronti di Bonafede e più in generale del M5S: “Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella, signor Ministro, ha utilizzato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati, lei dovrebbe andare a casa. Mi riferisco a Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti. Ma noi non siamo come voi“.

Gli errori di Bonafede e la nuova battaglia

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Renzi ha quindi dettato la linea su cui, a suo giudizio, il guardasigilli ha sbagliato: “Sulle scarcerazioni c’è stata troppa superficialità, sulle riforme c’è ancora troppo da fare. Bonafede faccia il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco“.

L’ultimo appello di Renzi riguarda la lotta alla criminalità organizzata: “La battaglia contro la cultura mafiosa non ci deve vedere divisi. Noi siamo garantisti ma non vuol dire che siamo buonisti. Quando Andrea Orlando nel 2016 venne a dirmi che Provenzano stava morendo e veniva chiesto di farlo morire a casa, noi che siamo per la giustizia abbiamo preso un impegno. E lo abbiamo mantenuto anche per Totò Riina. Cioè, garantirgli il massimo delle cure possibili, ma sono morti in carcere. Perché quello era il loro posto“, ha concluso.

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