Se per le elezioni regionali e per quelle comunali la chiamata alle urne vale, naturalmente, solo per gli elettori delle amministrazioni interessate, per il Referendum costituzionale, il quarto della storia della Repubblica (i primi tre nel 2001, nel 2006 e nel 2016), saranno tutti gli aventi diritto al voto a poter esprimere la propria opinione. Le urne saranno aperte domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 dalle 7 alle 15. Le date sono state fissate dal Consiglio dei Ministri e confermate dal Presidente della Repubblica dopo il rinvio dello scorso 29 marzo a causa del lockdown.
Il quesito referendario
Lo spostamento di date è stato possibile grazie a una deroga prevista dal decreto Cura Italia (decreto-legge 18/2020). Agli elettori italiani si chiede di esprimersi sulla riforma del Parlamento italiano. In tal senso, le modifiche toccherebbero il numero dei suoi componenti.
Come riportato dal decreto d’indizione firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quesito del Referendum costituzionale chiede: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n° 240 del 12 ottobre 2019?”.
Le modifiche sottoposte ad approvazione tramite Referendum
Sono tre le modifiche sottoposte al vaglio degli elettori. La vittoria del Sì le conferma, quella del No le respinge. Non è necessario il raggiungimento del quorum (come avviene invece nei referendum abrogativi).
Per quanto riguarda l’articolo 56, le modifiche alla Costituzione prevederebbero innanzitutto la riduzione del numero dei deputati alla Camera da 630 a 400. Diminuirebbero anche gli eletti nella circoscrizione Estero, da 12 a 8. La modifica all’articolo 57 andrebbe invece a ridurre il numero dei componenti del Senato della Repubblica da 315 a 200. Quelli eletti nella circoscrizione Estero passerebbero da 6 a 4, quelli in rappresentanza di ciascuna regione da 7 a 3. Qualunque sia il risultato, non cambierebbe la rappresentanza in Senato di Molise (2 seggi) e Valle d’Aosta (1). Il nuovo testo, inoltre, prevede che le province autonome di Trento e Bolzano siano equiparate alle regioni e abbiano 3 seggi a testa in caso di conferma da parte degli elettori.
Per quel che riguarda l’articolo 59, infine, la legge prevederebbe che il Presidente della Repubblica non possa nominare più di 5 senatori a vita durante il suo mandato. La modifica è studiata per risolvere l’ambiguità del testo in vigore, in cui il limite di 5 senatori a vita può intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun Capo dello Stato, a favore della seconda interpretazione.
Protocollo di sicurezza per l’accesso alle urne: le parole di Sileri
Com’è facile immaginare, non manca la preoccupazione per possibili assembramenti alle urne. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha mostrato però fiducia in questo senso. “Andare a votare è un ritorno alla normalità – ha dichiarato nella giornata di sabato, a margine di un evento a Bologna -. Domani e dopodomani si vota e si vota in sicurezza. I protocolli eviteranno gli assembramenti. Ci sono percorsi di entrata e uscita, gel disinfettante all’esterno e all’interno, la matita verrà disinfettata“.
“Finché il virus non deciderà, per conto suo, di modificarsi in una forma favorevole per il genere umano o finché non avremo il vaccino dovremo fare i conti con questa nuova normalità” ha poi concluso Sileri.