Referendum, Di Maio: “Solo buon senso, nessuno parli di democrazia”

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Io sto solo facendo una campagna referendaria per una causa giusta, che è tagliare 345 parlamentari della Repubblica. Questa non è una battaglia solo del M5S ma è una battaglia di buon senso“. Così il ministro Luigi Di Maio a margine della tappa a Casavatore, in provincia di Napoli, durante il suo tour per promuovere il referendum del 20-21 settembre sul taglio dei parlamentari.

Di Maio e i temi di democrazia e rappresentatività

Tagliando questi 345 parlamentari, ne avremo comunque il maggior numero in Europa. L’Italia ha 945 parlamentari della Repubblica. Non possiamo continuare a pagarne tanti, quando in Germania ne hanno 700, in Francia 600 e nel Regno Unito anche di meno. Noi con questo referendum ci adeguiamo ai numeri europei. E nessuno mi venga a parlare di democrazia o di rappresentatività“, insiste Di Maio.

E l’esponente pentastellato spiega per quale motivo votare sì al referendum, a dispetto dei due temi che stanno dividendo l’opinione pubblica: “Nessuno mi parli di democrazia. Perché abbiamo i consigli regionali, provinciali e comunali, le città metropolitane, le comunità montane e quant’altro. E nessuno mi parli di rappresentatività. Perché quelli che oggi dicono che non si devono tagliare i parlamentari perché c’è un problema di rappresentatività, magari sono residenti in Sicilia e si fanno eleggere nel profondo Nord perché devono ottenere il seggio più sicuro. O viceversa, ovviamente“.

Il referendum e “i problemi prioritari del Paese”

Quindi Di Maio nega che il referendum possa diventare un tema dirimente per la tenuta della maggioranza: “Tutti i cittadini che sto incontrando mi dicono che voteranno sì al taglio. A me interessano i problemi che riguardano i cittadini e le famiglie, le loro priorità. Stiamo attraversando un momento delicato per il Paese, legato al Coronavirus. Agli italiani non interessano le dinamiche di partito e di movimento. A loro interessa poter lavorare e superare questo momento difficile“.

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