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Le numerose campagne di raccolta firme in corso in Italia per indire dei referendum spingono la politica a interrogarsi su quali siano i reali interessi dei cittadini italiani. Ad esempio, secondo Vincenzo Spadafora, ex ministro per le Politiche giovanili e lo Sport in quota Movimento 5 Stelle, “il Parlamento dovrebbe capire meglio le esigenze della società e i referendum mostrano che c’è uno scollamento tra la realtà e la politica”.
Referendum, i commenti di Richetti e Fedeli
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Sulla stessa lunghezza d’onda anche Matteo Richetti, deputato di Azione. Fuori da Montecitorio ha dichiarato: “L’iniziativa si sposta sui cittadini e sui referendum, quando il Parlamento è vuoto. Mi fa sorridere chi vede il referendum come una degenerazione. Il Parlamento non ha voluto occuparsi di eutanasia, legalizzazione della cannabis e di riforme in senso garantista, ed oggi i cittadini portano avanti queste battaglie”.
“La firma digitale è un bene, ma ora bisogna porsi il problema del perché gli italiani affrontano battaglie che non sono affrontate in Aula. Se va alzato il quorum? Non credo, anzi si deve valutare la possibilità della sua assenza”, ha concluso Richetti.
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Per la senatrice Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione per il Partito democratico, invece “c’è una grande attenzione e sensibilità da parte delle persone che corrono a firmare i referendum perché avvertono un ritardo da parte del Parlamento nel fare le leggi. È uno stimolo per le Camere a fare le leggi”.