Il reddito di cittadinanza è tornato di prepotenza al centro della discussione politica. Da quando è stato approvato, durante il primo governo di Giuseppe Conte, questo strumento ha dimostrato la propria efficacia come misura di sostengo per i cittadini più poveri, ma non ha permesso di ottenere i risultati sperati sul piano dell’inserimento nel mondo del lavoro. Di fronte a questa situazione, alcuni partiti invocano la necessità di modificare il reddito di cittadinanza, mentre altri vorrebbero abolirlo del tutto.
Se c’è un partito che si è sempre battuto per il reddito di cittadinanza, arrivando a trasformarlo in uno dei suoi cavalli di battaglia, questo è il Movimento 5 Stelle. Non stupisce, dunque, che Giuseppe Conte, l’attuale leader del M5S, sia contrario all’idea di abolire la misura. Durante un intervento a Coffee Break, su LA7, l’ex premier ha dichiarato che un simile scenario rappresenterebbe “la rottura di un patto di lealtà e di una logica di sostegno e collaborazione”. Ha però aggiunto che “il M5S sosterrà il governo, dal momento che Draghi ha confermato che condivide la misura”. A L’Aria che tira, sempre su LA7, Conte ha aggiunto che parlare di abrogazione del reddito di cittadinanza significa fare “un ragionamento e avere un comportamento vigliacco. Stiamo parlando anche di pensionati e di una platea di beneficiari che non ha di che mangiare. Spesso viene utilizzato l’argomento degli abusi: se anche ce ne fosse stato qualcuno, non è normale abrogarlo, chiudere la questione per questo. Io dico però che si può migliorarlo, in Germania hanno impiegato tanto tempo per metterlo a punto. Ma ora, dopo un anno di Covid, dire di abrogarlo è folle e vigliacco”.
È ormai da alcuni mesi che Matteo Renzi ha le idee piuttosto chiare sul futuro del reddito di cittadinanza. Per il leader di Italia Viva è necessario indire un referendum per abolirlo. “Il governo Conte-Di Maio-Salvini ha prodotto il reddito di cittadinanza, una misura ridicola. Un conto è dare una mano a chi è in povertà, un altro è dire ‘diamo il reddito di cittadinanza come modello culturale’”, ha dichiarato Renzi a luglio. Più di recente, l’ex premier è tornato sulla questione e ha dichiarato che da quando ha parlato del referendum anche i partiti meno propensi a modificare il reddito di cittadinanza hanno ammesso che la misura può essere migliorata.
“Ora, è evidente che c’è una parte di italiani che prende quel reddito e farà una battaglia in suo favore. L’assegno in parte va a povera gente davvero. Ma è una misura che incrocia anche un pezzo di criminalità, manovalanza che ha incassi illegali, a cui somma il Rdc”, ha spiegato Renzi nel corso di un’intervista a La Stampa. “La mia è una partita win win” e “credo che avremo gran successo nella raccolta firme e che a quel punto sarà interesse soprattutto di 5stelle e Pd di trovare una soluzione”.
Tra chi sostiene la necessità di abolire il reddito di cittadinanza c’è anche Matteo Salvini, che durante il primo governo Conte si era espresso a favore della misura. “Il reddito di cittadinanza si è rivelato sbagliato”, ha ammesso il leader della Lega. “Lo abbiamo votato, ma riconoscere un errore è segno di saggezza. Proporrò un emendamento alla manovra per destinare alle imprese questi soldi”, ha aggiunto.
Salvini ha anche dichiarato di aver firmato una proposta di legge finanziaria per eliminare il reddito di cittadinanza. “Sono 12 miliardi di euro mal spesi che devono tornare nel settore produttivo per creare lavoro e non assistenza”.
Giorgia Meloni ha usato delle parole ancora più forti di quelle di Salvini nei confronti del reddito di cittadinanza. “Non sono d’accordo con Giuseppe Conte sul fatto che il reddito di cittadinanza sia una buona misura. Il reddito di cittadinanza è il metadone di stato”. Meloni ha spiegato che, secondo lei, il reddito di cittadinanza non è stato pensato per migliorare le condizioni di vita delle persone, ma per mantenerle. “Non penso che sia un provvedimento di sviluppo, particolarmente non per il Mezzogiorno. Non è mantenendo le persone nella loro condizione di difficoltà che si risolve il loro problema, bensì costruendo intorno a loro una possibilità in cui possano migliorare”.
Durante uno dei suoi ultimi discorsi, Enrico Letta si è detto favorevole a migliorare il reddito di cittadinanza, ma non ad abolirlo. “Credo che Draghi sul reddito di cittadinanza abbia detto delle cose importanti. Ha aperto una discussione che consente di portare miglioramenti e di prendere il buono che c’è stato e di superare i limiti a oggi riscontrati. Questo è il metodo migliore”.
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