Non solo chi osserva dall’esterno la situazione del Quirinale inizia a trovare stucchevole il gioco delle parti vissuto in questo inizio di settimana. Ma la stessa politica ora fa autocritica, tanto che qualcuno torna a chiedere a gran voce che cambi la modalità di elezione del Presidente della Repubblica.
Quirinale, appello anche dal Governo: “Ragioniamo insieme”
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A fare un richiamo al dialogo e all’efficienza nel voto per il Quirinale è anche il Governo, tramite il ministro della difesa, Lorenzo Guerini. “Mi auguro che ci sia un clima responsabile e che prevalga la capacità di comprendere che c’è l’esigenza di uno sforzo da parte di tutti. Occorre per avere un’intesa larga per un nome condiviso, non servono operazioni unilaterali“, le sue parole.
“C’è l’esigenza di avere uno scatto di generosità da parte di tutti. Non serve il muro contro muro, ma ragionare insieme e avere responsabilmente cura del passaggio fondamentale per le istituzioni di questo Paese“, ha aggiunto il ministro Guerini entrando alla Camera per la votazione sul Quirinale.
La ricetta di Lupi: “Due votazioni al giorno”
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Altrettanto chiare le parole di Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia. Secondo cui, all’occorrenza, la corsa al Quirinale potrebbe anche richiedere un surplus di lavoro da parte dei Grandi Elettori: “Entro settimana ci deve essere il presidente. Quindi il presidente della Camera e il presidente del Senato convochino anche due votazioni al giorno, se c’è necessità. Questa sera ci sarà l’incontro con il centrodestra, perché domani ci sarà la quarta votazione. Mi auguro che il dialogo tra centrodestra e centrosinistra, senza veti e pregiudizi, porti all’elezione del presidente“.
Quirinale, Renzi: “Dal 2029 decidano i cittadini”
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Ancora più lungo, articolato e se possibile polemico il discorso di Matteo Renzi. Secondo cui i fatti di questi giorni dovrebbero indurre la politica a cambiare il modo di eleggere l’inquilino del Quirinale. “Questa deve essere l’ultima volta che infliggiamo agli italiani lo spettacolo di un Parlamento in seduta comune che vota un nome senza discuterlo. Non c’è nulla di male in quello che ha voluto nel 1947 il costituente. Ma non c’erano i social, i talk e la possibilità per i cittadini di interagire. Bisogna scrivere una pagina nuova per il Paese, fare eleggere ai cittadini il presidente della Repubblica“, ha dichiarato il leader di Italia Viva uscendo da Montecitorio.
Renzi, quindi, ha negato che possa esserci qualche spostamento incrociato tra Quirinale, Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama. “Non c’è nessuna proposta di scambio tra figure istituzionali, se ci fosse sarebbe una schifezza – ha tuonato –. Io non farò il presidente del Senato e trovo offensivo chi mette in discussione la correttezza mia e di Italia Viva. Se qualcuno pensa che si può trasformare questo palazzo in un compro, baratto e vendo, può farlo senza di noi. Mi auguro che si chiuda con una scelta che coinvolge la più ampia maggioranza. E che nel 2029 gli italiani possano scegliere un presidente con un presidenzialismo o semipresidenzialismo“.