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Non giocava certo “in casa”, Enrico Letta, intervenendo ad Atreju, l’incontro nazionale organizzato dai giovani della destra nazionale. Ma il segretario del Pd, che ha accettato l’invito al confronto fatto da Giorgia Meloni, non ha avuto timori nel ribadire la propria posizione, e quella del partito che egli stesso rappresenta, proprio nei confronti dei principali oppositori politici.
Immancabile una battuta su uno dei temi più caldi del momento, la “candidatura” (una definizione utile a rendere l’idea, benché non esattamente corretta) di Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica. Un’opzione che il segretario dem ritiene poco praticabile.
“Penso che sia un bene che il Presidente della Repubblica sia eletto con una larga maggioranza – ha detto -. Se così non fosse sarebbe un errore per il Paese. È un vantaggio per tutti avere un Presidente figlio di un’ampia condivisione, con la più ampia maggioranza possibile”.
“Io ho detto che il presidente della Repubblica andrebbe eletto a larga maggioranza e Berlusconi non credo abbia le caratteristiche per essere eletto a larga maggioranza. La vedo in salita” ha poi spiegato.
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Tra i papabili per la successione a Sergio Mattarella c’è anche l’attuale presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi. Qui, Letta, è possibilista: “Io penso che Draghi stia facendo molto bene e se resta a Palazzo Chigi è positivo – ha dichiarato -. Ma di quel che succederà ne parleremo a gennaio”.
“Non so, comunque, se Draghi sia in grado di ottenere la maggioranza per salire al Quirinale, so che è una maggioranza molto difficile. Fatichiamo molto in Parlamento. Vedremo cosa succederà”, ha aggiunto.
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L’invito a partecipare ad Atreju rivolto a Letta è stato interpretato da alcuni come il segnale di un avvicinamento fra opposte realtà politiche. Una possibilità esclusa categoricamente dallo stesso segretario del Pd. “Ho la vaga impressione, leggendo i giornali in questi giorni, che devo dare l’idea di non essere troppo in sintonia con Giorgia Meloni. È partito un film che non è reale, siamo qui come avversari“.
A Fratelli d’Italia, comunque, Letta prova a tendere una mano, soprattutto se i fatti dovessero confermare il termine dell’attuale legislatura nel 2023. “Se non si votasse il più presto possibile – ha detto –, ma si arrivasse a scadenza naturale della legislatura, lo dico qui: perché non usiamo l’anno che ci rimane per fare delle cose fondamentali?”.
“Per esempio bisogna eliminare gli incentivi per i parlamentari ad abbandonare il gruppo per il quale sono stati eletti – ha spiegato –, si tratta di cambiare i regolamenti parlamentari”.
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Enrico Letta ha anche ammesso di apprezzare, di Giorgia Meloni, la volontà di non accordarsi con realtà politiche di fazioni avverse. “Il gioco di Giorgia Meloni? È quello di fare della democrazia una democrazia nella quale esiste una destra che va al Governo con i valori della destra e non con accordi spuri – ha affermato il segretario dem -. Tenta di vincere le elezioni in quanto destra, o centrodestra e cerca di governare”.
“Io vorrei fare la stessa cosa dall’altra parte – ha ammesso Letta -. Al governo nella prossima legislatura ci andiamo solo se le elezioni le vinciamo. L’idea che noi dobbiamo andare al governo sempre per me è molto negativa per la politica e per noi”.
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