Quirinale, quarta fumata nera: come hanno votato i partiti

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Sono 261 le schede bianche della quarta votazione a maggioranza assoluta (505 voti) per l’elezione del 13esimo Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, è in testa con 166 voti seguito dal magistrato antimafia Nino Di Matteo con 56. Ad indicare il nome di Di Matteo per il Quirinale sono stati gli ex 5 Stelle di Alternativa.

A notevole distanza gli altri “quirinabili”: Luigi Manconi (8); Marta Cartabia (6); Mario Draghi (5); Giuliano Amato (4); Pier Ferdinando Casini (3); Elisabetta Belloni e Pier Luigi Bersani (2); Sabino Cassese (1). Sono infine 441 gli astenuti. La quinta votazione si terrà domani, venerdì 28 gennaio, alle 11.

Quirinale, quarta chiama: il centrodestra si astiene

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Come stabilito questa mattina nel vertice fra i leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in Aula i parlamentari di centrodestra hanno deciso di astenersi. Non hanno preso parte alla votazione nemmeno i governatori di Liguria e Veneto, Giovanni Toti (Cambiamo!) e il leghista Luca Zaia.

Ha votato invece Vittorio Sgarbi, deputato di destra e ideatore dell’operazione scoiattolo che avrebbe portato Silvio Berlusconi al Quirinale. Hanno votato anche deputati e senatori di Italia Viva, così come Casini. Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, è stato invece immortalato accanto a Maurizio Lupi di Noi con l’Italia. Un primo spiraglio di dialogo per trovare un’intesa sul nome?

Salvini: “La sinistra mica può dire ‘no’ per sempre”

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“Che segnale sono i voti per Sergio Mattarella? Di stima per il lavoro fatto, ma ha già più volte ribadito di non essere disponibile”. Lo afferma il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, fuori da Montecitorio. Il leader leghista ha anche precisato che se la sinistra dice ‘no’ “non potranno dirlo sempre. Alla 12esima volta accetteranno”, ha ironizzato riferendosi alle presunte bocciature dei candidati proposti dal centrodestra.

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