Nikki Haley, la principale avversaria di Trump, ha ottenuto il suo primo piccolo successo nella sfida contro l’ex presidente degli Stati Uniti. La 52enne ex ambasciatrice all’Onu, rimasta in campo per la nomination alle presidenziali di novembre, ha trionfato alle primarie repubblicane a Washington DC e ora punta tutto sul Super Tuesday. Nella consultazione tenutasi nella Capitale Haley nel weekend ha raggiunto il 63% dei voti contro il 33% dell’ex presidente. La vittoria è comunque simbolica, considerando che in palio c’erano solo 19 dei 2.429 delegati del Grand Old Party in un distretto peraltro a fortissima maggioranza democratica. Olivia Perez-Cubas, portavoce della campagna elettorale di Haley, ha affermato che la rivale di Trump è la prima donna a vincere una tornata di primarie repubblicane nella storia degli Stati Uniti: “Non è sorprendente che i repubblicani più vicini alla disfunzione di Washington rifiutino Donald Trump e il suo caos”, ha commentato. Il successo dell’ex ambasciatrice all’Onu arriva dopo una serie di nette sconfitte.
Nikki Haley vince e Trump sbotta
L’ex presidente degli Stati Uniti aveva perso nella Capitale anche nel 2016 contro Marco Rubio, senatore della Florida, che si è poi ritirato. Dopo la vittoria di Nikki Haley, sono arrivati diversi messaggi sprezzanti da parte di Trump, che ha commentato il lavoro della donna utilizzando frasi come: “cervello di gallina, per aver speso sforzi e denaro – per un distretto marginale -) e l’ha ribattezzata “la regina della palude“, riferito alla capitale degli Stati Uniti accusata da Trump di essere popolata solo da repubblicani dell’establishment. Haley domenica ha rifiutato di dire che sosterrebbe Donald Trump nelle prossime elezioni presidenziali se vincesse la nomination del partito repubblicano per affrontare Joe Biden nella corsa per la Casa Bianca.
Due governi a confronto
Su cosa Nikki Haley la pensa diversamente da Trump? Per quali aspetti la sua politica si allontanerebbe maggiormente da quella dell’ex presidente? Ecco come potrebbero affrontare la politica interna e la politica estera i due repubblicani.
Trump e il concetto di “America First”
Haley sarebbe sicuramente un “repubblicano” diverso rispetto a Trump. Il New York Times ha riferito che i consiglieri di Trump hanno delineato piani ad ampio raggio per utilizzare l’autorità presidenziale per trasformare i sistemi di immigrazione e commercio e lo stesso governo federale. “Sarà la più grande operazione di deportazione interna nella storia americana”, hanno dichiarato. Non è una posizione completamente contraria quella di Haley, che in ogni caso non mostra lo stesso atteggiamento deciso di Trump e Stephen Miller. Il piano includerebbe la costruzione di enormi campi di detenzione, la riassegnazione di molti agenti federali e la sostituzione di funzionari locali per i raid sull’immigrazione, ecc.
Il sostegno all’Ucraina
Evidente è la differenza della linea di pensiero sul conflitto Ucraina – Russia. Haley sostiene fermamente l’Ucraina e Trump no. Haley vuole intensificare l’attività all’estero e vuole continuare a inviare aiuti militari all’Ucraina, Trump, invece si è rifiutato di impegnarsi in questo. Haley aveva dichiarato il 7 gennaio 2021 che Trump “aveva gravemente torto” e che “le sue azioni dal giorno delle elezioni saranno giudicate duramente dalla storia”. Il mese successivo, ha aggiunto: “Ha intrapreso una strada che non avrebbe dovuto, e noi non avremmo dovuto seguirlo, e non avremmo dovuto ascoltarlo. E non possiamo permettere che ciò accada di nuovo”. Nonostante alcuni contrasti, sulla maggior parte delle questioni di politica interna, Trump e Haley sono abbastanza simili. Sono entrambi contrari al diritto all’aborto e ostili alla riforma Obamacare.