È inutile fare finta di nulla: il connubio armi-scuola spaventa. Fa paura per tutte le tragiche notizie che spesso arrivano dagli Stati Uniti (dove, purtroppo, le stragi legate alle armi da fuoco non sono rare), ma anche perché non serve chissà quale fervida immaginazione per immaginare tutti gli scenari in cui l’uso di una pistola in un luogo pieno di bambini o adolescenti potrebbe portare a delle conseguenze terribili. Non stupisce, dunque, che la sola idea di portare nelle scuole uno sport come il tiro a segno possa dividere l’opinione pubblica. Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Stampa”, una proposta simile sarebbe stata avanzata da Giovanbattista Fazzolari, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, durante una conversazione con il generale Franco Federici, consigliere militare della presidenza del Consiglio.
Le dichiarazioni riportate da La Stampa
Secondo quanto riportato da La Stampa, Fazzolari avrebbe proposto di “fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole”, sottolineando l’assenza di “una struttura e un riconoscimento ufficiale” per uno sport che “ragazzi molto appassionati e bravi fanno nel tempo libero”. Federici si sarebbe detto d’accordo sull’importanza della disciplina, che a conti fatti trova spazio anche alle Olimpiadi, e avrebbe preso tempo affermando di voler organizzare “un incontro” per mettere “intorno al tavolo i vari soggetti interessati”.
La smentita di Fazzolari
Nelle ore successive alla pubblicazione dell’articolo, Fazzolari si è affrettato a smentire tutto tramite un comunicato stampa nel quale ha dichiarato “infondate” le informazioni riportate dal quotidiano. “La chiacchierata tra me e il generale Federici, che il giornalista de La Stampa crede di aver carpito come uno scoop, verteva su tutt’altro: la necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di forze armate e forze polizia e oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto”. Oltre a diffondere il comunicato, Fazzolari ha anche reso nota la propria intenzione di querelare La Stampa.
Massimo Giannini, il direttore del quotidiano, ha riconfermato la ricostruzione di Ilario Lombardo, l’autore dell’articolo, definendola “inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento”. Ha poi definito illogica la smentita fornita dal sottosegretario.
Le reazioni politiche
In seguito alla pubblicazione dell’articolo, svariati esponenti dei partiti italiani hanno commentato quanto riportato. “Fazzolari, ‘quello bravo’ di #FdI, vuole poligoni di tiro in tutte le scuole, per insegnare ai nostri giovani ad essere dei pistoleri provetti, mica ingegneri, medici o storici. Probabilmente il loro modello educativo”, ha dichiarato Alfonso Maria Gallo, tesoriere di +Europa. “Con tutto il rispetto per la disciplina sportiva del tiro a segno, ma davvero la priorità della destra per l’istruzione è insegnare ai ragazzi ad usare le armi? Valditara chiarisca”, ha scritto Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato, su Twitter. C’è anche chi ha ironizzato sulla situazione, come Carlo Calenda, il leader di Azione, che ha scritto: “E facciamo un bel bonus tipo monopattino, è una vita che voglio comprare una 44 magnum come l’ispettore Callaghan”.
Dal canto suo, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato di fidarsi delle parole di Fazzolari. “Quando [una notizia, ndr] viene smentita da tutti gli interessati, forse uno ne dovrebbe prendere atto. Nessuno ha mai pensato neanche lontanamente una cosa come quella che è stata attribuita a Fazzolari”.
Augusta Montarulli, sottosegretaria all’Università, ha puntato il dito contro La Stampa: “È grave che vengano prese delle dichiarazioni finte e che vengano riportate sui giornali per fare polemica ed attaccarci. Per la scuola e l’Università abbiamo tanto altro in mente”.