Dopo il via libera della Commissione europea alla revisione del Pnrr da parte dell’Italia, insorgono le opposizioni per il taglio di 100mila posti agli asili nido e, sulla scia dell’onda fucsia che il 25 novembre ha invaso le piazze italiane contro la violenza di genere, denunciano un “altro colpo alle donne”. Palazzo Chigi dal canto suo va al contrattacco garantendo che il governo continuerà a investire sulle scuole per l’infanzia.
La modifica approvata dalla Commissione rivede il target finale portandolo da 264.480 posti a 150.480. Oltre centomila posti in meno. Una rimodulazione che si è resa necessaria, spiegano fonti di governo, per due motivi. Da una parte i costi delle materie prime, lievitati di almeno il 50% rispetto alle stime del 2021. Dall’altra il fatto che Bruxelles non ha ritenuto ammissibili come nuovi posti gli interventi di messa in sicurezza, demolizione e ricostruzione, nonché i centri polifunzionali, selezionati tra il 2021 e il 2022 dal precedente governo. Inoltre Bruxelles non ha riconosciuto le spese per l’avvio della gestione del servizio, tagliando 900 milioni.
Palazzo Chigi però assicura che non sarà definanziato alcuni intervento già aggiudicato, così come saranno mantenute le risorse in conto corrente già assegnate ai Comuni. Si continuerà inoltre a investire in asili nido per aumentare il numero dei posti, per raggiungere il 33% di copertura entro il 2026 e garantire il target finale. Il governo annuncia poi due Piani per gli asili, uno da circa 530 milioni con le risorse già finanziate nel decreto Caivano e un secondo con i 900 milioni di risorse nazionali rimodulate da altri piani di edilizia scolastica.
Opposizioni sulle barricate
Le opposizioni però restano sulle barricate. A cominciare dal Partito democratico. “Quando diciamo che una premier donna non sempre fa la differenza. Tra i tanti tagli ‘possibili’ al Pnrr, 100mila posti in meno negli asili nido. Un altro colpo alle donne, al Sud (più penalizzato) e alle famiglie”, scrive su X Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera.
Di “tradimento” che fa perdere un’occasione al Paese parla invece Luana Zanella, presidente di Alleanza verdi e sinistra alla Camera. “A cosa serve aumentare di 60 euro il rimborso per l’asilo per il secondo figlio se poi i posti negli asili non ci sono e quelli che ci sono costano di più per la scarsa offerta? Una scelta irresponsabile e grave che ricade sulle famiglie, in particolare sulle donne, che subiscono l’assenza di servizi essenziali. Una scelta che mette anche in difficoltà e lascia soli i molti comuni in cui i progetti sono già stati avviati”, le fa eco l’ex ministra della Famiglia Elena Bonetti alludendo alle misure contenute nella Manovra economica. E infatti preoccupazioni arrivano anche dall’Anci, che attende di capire quale sarà la nuova forma di finanziamento dei progetti spostati. “I nostri bilanci sono a rischio“, avvertono i Comuni.
Pnrr, le novità: sale a 194,4 miliardi con 7 riforme in più
Il nuovo Piano di ripresa e resilienza sale a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni) e copre 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale: due riguardano incentivi e coesione e altre cinque sono relative al capitolo REPowerEU sull’energia. Gli investimenti previsti sono 150. Le misure nuove o modificate sono in tutto 145. Le novità contenute nel Pnrr rivisto e integrato spaziano dai fondi per la transizione verde e digitale delle imprese alla ricostruzione dell’Emilia Romagna passando per i fondi per famiglie, giovani e lavoro,
Le modifiche apportate dall’Italia al piano originario – spiega la Commissione europea – tengono conto di circostanze oggettive che ostacolano la realizzazione di determinati investimenti come originariamente pianificato, tra cui l’elevata inflazione registrata nel 2022 e nel 2023 e le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla guerra in l’Ucraina.
Fitto: “Quarta rata entro fine anno”
Nella conferenza stampa per illustrare le novità, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto ha parlato di “piccolo ricalcolo“, che porta il piano a aumentare per “complessivi 2,8 miliardi di euro”, di cui 2,7 miliardi dal RePower.
Quanto alla quarta rata del Pnrr, Fitto ha spiegato che il governo sta “lavorando” con la commissione Ue “per giungere alla definizione del pagamento entro il 31 dicembre di quest’anno”. Entro la stessa data l’esecutivo spera di “poter raggiungere gli obiettivi come modificati dalla revisione sulla quinta rata”.
Meloni: con revisione Pnrr altri 21 miliardi alla crescita
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta si è detta soddisfatta dopo il via libera di Bruxelles alla rimodulazione del piano italiano: “Abbiamo fatto un buon lavoro”. Il governo mette a disposizione “della crescita economica” italiana “altri 21 miliardi di euro”, in pratica “una seconda manovra economica”.
REPowerEU: nuove riforme per energia e verde
Nel capitolo REPowerEU entrano cinque nuove riforme. Vengono introdotti inoltre cinque investimenti potenziati basati su misure esistenti e 12 nuovi investimenti per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030. Le misure si concentrano sul rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, sulla sicurezza energetica e sull’accelerazione della produzione di energie rinnovabili attraverso procedure di autorizzazione semplificate.
Sono coperte poi le misure per ridurre la domanda di energia e aumentare l’efficienza energetica, creare e rafforzare le competenze necessarie per la transizione verde, ridurre i sussidi dannosi per l’ambiente e promuovere il trasporto sostenibile. Il piano modificato assegna il 39,5% dei fondi disponibili a misure che sostengono gli obiettivi climatici (rispetto al 37,5% del piano originale).
Salgono i fondi per le imprese: 12,4 miliardi in più
Per le imprese arrivano altri 12,4 miliardi. Sale, da 4 a 6,3 miliardi, in particolare la dote di Transizione 5.0 per sostenere la transizione verde e digitale attraverso i crediti d’imposta alle imprese. Altri fondi vano al settore agrolimentare e al turismo. “Un grande successo per l’Impresa Italia, un forte impulso alla crescita e allo sviluppo nella direzione giusta per vincere la sfida della transizione green e digitale. Con la riprogrammazione del Pnrr sono ulteriori 12,4 i miliardi per le imprese, di cui quasi 10 miliardi sui progetti del ministero delle Imprese e del made in Italy”, ha esultato il ministro Adolfo Urso.
Nuovi alloggi per gli studenti: 240 milioni in più
Sul fronte degli alloggi per gli studenti, la Commissione ha riconosciuto 238 milioni in più all’Italia per la costruzione dei nuovi alloggi, in tutto 60mila complessivamente, legati all’aumento dei costi dei materiali e dell’inflazione. La dotazione totale arriverebbe così a circa 1,2 miliardi. Previsti anche 308 milioni aggiuntivi per il finanziamento di borse di studio per l’accesso all’università.