Sorpresa non da poco negli ultimi sondaggi settimanali riportati, come da consuetudine, dal TgLa7: Gianluigi Paragone effettua il sorpasso nei confronti di Matteo Renzi. (2,6% contro 2,5%). La sua lista, Italexit, supera infatti Italia Viva e si avvicina sensibilmente al quel 3% utile per potere entrare in Parlamento. Tra le formazioni “minori”, Italexit sembrerebbe essere proprio quella più in forma. Del resto Paragone, cavalcando l’onda dell’euroscetticismo e del malcontento di una parte della popolazione verso le misure restrittive anti Covid decise dal governo, potrebbe avere una prateria davanti a sé. Per l’ex pentastellato la soglia di sbarramento, di conseguenza, non sarebbe più essere irraggiungibile.
Sondaggi, Paragone è pronto alla battaglia per entrare in Parlamento
L’obiettivo del 3% non sembrerebbe essere lontanissimo anche per la stessa Italia viva. Ma il partito di Renzi appare da tempo essersi inchiodato alle percentuali indicate dal sondaggio in virtù della concorrenza nel campo dei moderati da parte di Carlo Calenda, stabile al 5%. È anche per via di questa stabilità dei renziani che il movimento di Gianluigi Paragone sta crescendo di popolarità, almeno stando ai sondaggi. Insomma: circa 1 italiano su 30 sarebbe contro l’euro e l’Unione Europea.
Discorso diverso per i Verdi (2,3%) che ormai da anni non riescono a compiere un salto di qualità. Tanto che una alleanza elettorale con Sinistra italiana (2,1%) appare essere quasi inevitabile per non rischiare di restare fuori dal prossimo Parlamento. Anche Articolo 1-Mdp (2,4%) potrebbe unirsi a questo corpaccione rossoverde. Senza contare anche che i bersaniani, alla fine, faranno probabilmente ritorno tra le fila del Partito Democratico, ora che alla guida c’è Enrico Letta.
Come si spartirebbero i voti centrodestra e centrosinistra
A proposito del Pd, il partito di centrosinistra sta seguendo il trend positivo delle ultime settimane e conquista uno 0,5% in più che lo posiziona a 21,8%, sempre più vicino alla vetta. Freccia verso il basso per Matteo Salvini che, terzo della lista, incassa uno 0,6% in meno, che lo posiziona al 15%. Sicuramente un campanello d’allarme della crisi del centrodestra che il leader della Lega e colleghi stanno affrontando. Centrodestra che resta saldamente al comando tra i partiti più votati. Nell’ultimo report infatti, gli italiani si sono espressi meno favorevolmente per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che nonostante rimanga in cima alla lista, perde lo 0,3%, passando da 22,9 al 22,6%.
Quasi invariato l’indice di stima per il Movimento 5 Stelle, che acquisisce lo 0,2 percento che lo porta al 12,8%, saldamente davanti a Forza Italia, con l’8%, e Azione + Europa, al 5%, con due centesimi in meno rispetto alla scorsa settimana. La seconda parte della classifica vede i vari partiti minoritari molto concentrati e vicini l’uno all’altro, dove le preferenze degli italiani non hanno influito in maniera significativa. Quanto espresso negli ultimi sondaggi è rimasto parzialmente invariato.
Referendum: quorum lontano
In più Swg ha realizzato per il telegiornale condotto da Enrico Mentana una serie di rilevazioni sui referendum sulla Giustizia, la cui consultazione è in programma il 12 giugno, lo stesso giorno delle elezioni amministrative. L’affluenza è stimata al 26-30%, quindi ben lontano dal raggiungimento del quorum (50% più uno degli elettori). Tra i quesiti c’è un’ampia maggioranza a favore della separazione delle carriere tra pm e giudici (il 71% è di questo avviso). Mentre per quanto riguarda la limitazione della custodia cautelare e l’abrogazione della legge Severino la maggioranza degli italiani è contraria (rispettivamente il 54 e il 58% di loro).