Palestina: sì al riconoscimento, perché ci sono stati attimi di tensione alla Camera

Bagarre alla Camera dopo l’approvazione delle mozione sul riconoscimento, tramite negoziati, dello Stato palestinese: ecco cosa è successo

Nella giornata di ieri la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che prevede il riconoscimento della Palestina ma in un quadro di negoziati con Israele, con la bocciatura delle proposte di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. La decisione ha visto il voto favorevole di una larga parte dell’aula, sebbene con alcune tensioni e divergenze politiche. La mozione approvata impegna il governo italiano a continuare a lavorare diplomaticamente per attuare il piano di pace delineato nella risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Un punto saliente della mozione è l’invito al governo a sostenere nelle sedi europee e internazionali le iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina, basate su una soluzione negoziata che preveda la coesistenza pacifica e sicura di due Stati. Inoltre, la mozione include l’iniziativa “Food for Gaza” per garantire la fornitura continua di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza.Come detto le mozioni presentate da Partito Democratico , Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sono state respinte. Alcuni elementi delle mozioni di Azione, Italia Viva e +Europa, che anch’esse prevedevano iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina, sono stati invece approvate.

Tra i centristi e la maggioranza di governo, sul tema palestinese, c’è stata una convergenza di posizioni, più moderate rispetto alle richieste del centrosinistra che volevano il riconoscimento diretto dello Stato della Palestina, come avvenuto da parte di Irlanda, Norvegia e Spagna. Il motivo del contendere principale poi è relativo all’utilizzo del termine “crisi” invece di “catastrofe umanitaria”.

Le reazioni e le tensioni in aula

Il dibattito in aula non è stato privo di tensioni. Nicola Fratoianni di AvS ha espresso indignazione per la richiesta del governo di sostituire la parola “catastrofe umanitaria” con “crisi” nella mozione presentata dal suo gruppo. “Vergogna, vergogna, vergogna,” ha esclamato Fratoianni, sottolineando l’enormità delle perdite umane e la gravità della situazione a Gaza. Ha aggiunto che “senza il riconoscimento dello Stato palestinese non ci possono essere due Stati per due popoli”. Il parlamentare ha anche criticato l’assenza di sanzioni contro il governo israeliano, responsabile “di crimini di guerra”.

Nicola Fratoianni, portavoce di Sinistra Italiana
Foto | Wikimedia Commons @Quirinale.it – Newsby.it

Davide Faraone di Italia Viva ha criticato l’assenza nelle mozioni delle opposizioni di riferimenti agli attacchi di Hamas del 7 ottobre e a un’esplicita condanna dell’antisemitismo. Faraone ha dichiarato che “non c’è un antisemitismo di sinistra con la kefiah e la bandiera palestinese a cui tutto può essere perdonato,” sottolineando l’importanza di condannare l’antisemitismo in tutte le sue forme. Ha aggiunto che “bisogna essere chiari: non accettiamo la timidezza di molti gruppi parlamentari nel difendere il popolo d’Israele e gli ebrei in tutto il mondo.”

La spaccatura con il centrosinistra

Il punto di maggiore discordia con il centrosinistra riguarda l’approccio ai negoziati con Israele. Il PD ha proposto che il governo italiano adotti tutte le iniziative necessarie per riconoscere la Palestina come Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme quale capitale condivisa. Il M5S ha insistito sul blocco della vendita di armi a Israele, mentre AvS ha richiesto l’introduzione di sanzioni contro il governo israeliano.

La tensione è esplosa quando il governo ha chiesto alle opposizioni di cambiare la dicitura da “catastrofe umanitaria” a “crisi umanitaria”. Giuseppe Provenzano del PD ha reagito duramente: “Non avete il coraggio di chiamarla catastrofe. È peggio, è un’apocalisse. Il governo israeliano di estrema destra sta eseguendo una rappresaglia atroce senza più limiti,” ha dichiarato. Anche Riccardo Ricciardi, primo firmatario della mozione grillina, ha protestato: “Derubricare in una mozione la parola catastrofe a crisi è una vergogna. Cosa sono 39 mila morti, cos’è sparare su gente in fila per il pane? A voi non frega nulla di quella gente!”

Le posizioni di Azione e Italia Viva

Dall’altra parte, i parlamentari di Azione e Italia Viva hanno criticato la sinistra per non aver condannato gli attacchi di Hamas e l’antisemitismo nei loro testi. Ettore Rosato di Azione ha affermato che “i primi nemici della pace in Medio Oriente sono Hamas, Hezbollah e Iran,” sottolineando l’obiettivo di questi gruppi di distruggere lo Stato di Israele. La posizione di questi gruppi centristi è stata quella di sostenere un approccio più equilibrato, che riconosca le responsabilità di entrambe le parti nel conflitto e promuova un dialogo diplomatico.

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