Opzione donna, sit-in davanti il Ministero del Lavoro: “Meloni all’opposizione ci sosteneva”

Davanti al ministero del Lavoro è stato organizzato un sit-in durante il quale varie lavoratrici hanno chiesto il ripristino di opzione donna, lo scivolo pensionistico che nel recente passato ha permesso a molte donne di lasciare il mondo del lavoro qualche anno prima del previsto. “Stiamo chiedendo che venga ripristinata opzione donna con i vecchi requisiti e cioè con 58 anni di età per le dipendenti pubbliche e 59 per le autonome, assieme a 35 anni di contributi. La legge attuale ha completamente annullato questa possibilità, perché ha messo dei paletti praticamente irraggiungibili“, ha spiegato una lavoratrice.

Ha aggiunto che “quando Meloni era all’opposizione sosteneva opzione donna. Per noi erano già difficili da raggiungere i 35 anni di contributi richiesti. Noi abbiamo dei nipoti e dei genitori, abbiamo bisogno di aiutarli perché al nostro lavoro si deve aggiungere quello di cura della famiglia. Vogliamo che vengano ripristinati i requisiti. Noi rinunciamo a quasi il 30% della nostra pensione ma è una nostra scelta dovuta all’esigenza“, ha spiegato una lavoratrice ai nostri microfoni“. La promessa mancata della premier Meloni “è stata una grossa delusione. Lei essendo donna dovrebbe rendersi conto di quali sono le nostre difficoltà“.

Com’è cambiata opzione donna?

L’ultima legge di bilancio ha introdotto dei paletti piuttosto stringenti, che, secondo le previsioni, nel corso del 2023 permetteranno ad appena tremila lavoratrici di usufruire di opzione donna. Possono andare in pensione prima solo le donne che:
Hanno un’invalidità superiore o uguale al 74%;
Assistono il coniuge o un parente con handicap;
Sono state licenziate o sono dipendenti di imprese con aperto un tavolo di crisi.

Solo che donne che rientrano in una di queste casistiche possono sperare di accedere a opzione donna. Vale la pena notare che nel programma elettorale di “Fratelli d’Italia” era stato promesso un rinnovo della misura, mentre in quello della Lega era stata persino avanzata la proposta di rendere strutturale il trattamento pensionistico.

 

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