Gli studenti delle scuole superiori potranno a tornare a seguire le lezioni in presenza a partire dal 7 gennaio. È questa la decisione cui è arrivato il Consiglio dei ministri al termine di una lunga discussione sul nuovo Dpcm di dicembre, che verrà firmato nel corso della giornata di oggi. “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”, si legge nella bozza del documento.
La decisione non ha messo d’accordo tutti. Il Movimento 5 Stelle avrebbe preferito un ritorno in aula immediato, prima dell’inizio delle vacanze di Natale. Intervenendo sul tema, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina avrebbe assicurato ai colleghi la ripartenza in piena sicurezza. “Le scuole sono in grado di riaprire sin da subito, siamo in grado di farlo”, avrebbe dichiarato. Anche Alfonso Bonafede, il capo delegazione del M5S, avrebbe seguito la stessa linea, chiedendo di fugare tutti i dubbi e le problematiche sollevate dalle Regioni. “I governatori devono spiegare cosa rallenta la ripartenza, altrimenti rischiamo di arrivare a gennaio con gli stessi problemi e non possiamo permetterci ulteriori rinvii”, avrebbe dichiarato.
Il nodo è stato sciolto dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. In vista del confronto con le Regioni, il premier ha proposto di chiedere ai governatori cosa rallenta la riapertura delle scuole. In questo modo sarà possibile risolvere con tempestività eventuali problematiche, come quelle relative ai trasporti, ed evitare ritardi. Per il momento la didattica proseguirà seguendo le regole delle fasce esistenti. Presto alcune Regioni torneranno gialle e ciò permetterà il ritorno in classe degli studenti delle medie.
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