La Corte di Cassazione francese ha confermato la condanna definitiva di Nicolas Sarkozy a tre anni di reclusione per corruzione e traffico di influenze nel caso Paul Bismuth. Di questi tre anni, uno sarà scontato con il controllo tramite braccialetto elettronico, mentre gli altri due sono stati sospesi. L’ex presidente, che compirà 70 anni il 28 gennaio, è stato anche dichiarato ineleggibile per tre anni.
La sentenza verrà eseguita nelle prossime settimane. Sarkozy sarà convocato da un giudice dell’applicazione della pena, che stabilirà le modalità di utilizzo del braccialetto elettronico. Tuttavia, la difesa potrebbe richiedere subito la liberazione condizionale, una possibilità prevista dalla legge per gli individui di 70 anni o più. Sarà il giudice a decidere se accogliere questa richiesta.
Nicolas Sarkozy condannato: la reazione e il ricorso
L’avvocato di Sarkozy, Patrice Spinosi, ha dichiarato che il suo cliente rispetterà la sentenza ma presenterà un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Secondo Spinosi, Sarkozy è stato condannato in modo inedito in Francia: la base della condanna sarebbe stata un’intercettazione casuale di conversazioni private con il suo avvocato, un punto che la difesa ritiene una violazione dei diritti dell’imputato.
Nel caso Bismuth, Nicolas Sarkozy era accusato di aver stretto un “patto di corruzione” nel 2014 con il giudice della Corte di Cassazione Gilbert Azibert e il suo avvocato storico Thierry Herzog. In cambio di informazioni riservate e presunte pressioni su un ricorso relativo al caso Bettencourt, Sarkozy avrebbe promesso ad Azibert un aiuto per ottenere un incarico nel Principato di Monaco.
Tutti e tre – Sarkozy, Azibert e Herzog – sono stati condannati alla stessa pena. Inoltre, Herzog è stato sospeso per tre anni dall’esercizio della professione legale.
Dopo l’annuncio della sentenza, Sarkozy ha pubblicato un lungo post su X, in cui ha difeso la sua innocenza. L’ex presidente ha negato l’esistenza di qualsiasi accordo di corruzione, affermando che non ci sono mai state contropartite, interventi o servizi richiesti o resi. Ha inoltre sottolineato che i suoi diritti fondamentali sono stati violati e ha attribuito parte della decisione al clima politico e corporativo creato dal suo passato ruolo pubblico. Sarkozy ha ribadito la sua determinazione a far valere le proprie ragioni e ha annunciato di voler portare il caso davanti alla CEDU.
Per il giornalista Fabrice Arfi di Mediapart, questa condanna rappresenta un evento senza precedenti. «È la prima volta che un Presidente della Repubblica francese viene condannato definitivamente per corruzione», ha dichiarato Arfi. Inoltre, la natura della pena – arresti domiciliari con braccialetto elettronico – segna un momento storico nella giustizia francese.
Questo non è l’unico procedimento legale che coinvolge Sarkozy. Dal 6 gennaio, l’ex presidente dovrà affrontare un altro processo per i presunti finanziamenti libici alla sua campagna presidenziale del 2007. Le accuse comprendono corruzione passiva, finanziamento illecito della campagna elettorale, associazione a delinquere e occultamento di fondi pubblici libici. Se condannato, rischia fino a dieci anni di carcere e cinque anni di ineleggibilità.
Inoltre, nel 2025, la Corte di Cassazione si esprimerà sul ricorso di Sarkozy relativo al caso Bygmalion, che riguarda le spese eccessive della campagna presidenziale del 2012. In questo caso, Sarkozy è già stato condannato a un anno di reclusione, di cui sei mesi da scontare in carcere.
La condanna definitiva nel caso Bismuth segna un capitolo importante nella storia giudiziaria francese, con implicazioni significative per la figura politica di Nicolas Sarkozy. Tra ricorsi alla Corte europea e nuovi processi imminenti, il futuro legale dell’ex presidente rimane incerto, ma le sue vicende continuano a polarizzare l’opinione pubblica e a mettere alla prova il sistema giudiziario francese.