Il premier israeliano Netanyahu è convinto di essere sempre più vicino alla vittoria assoluta e sottolinea i successi su Hamas. Le agenzie americane evidenziano lo scetticismo del popolo e la possibilità che si formi un governo più moderato
La leadership di Netanyahu è a rischio, a rivelarlo è il rapporto annuale dell’Intelligence americana sulle minacce alla sicurezza degli Stati Uniti. L‘Intelligence Usa ha dichiarato che il premier israeliano “è in crisi di consensi”. Le agenzie americane avvertono anche che nelle prossime settimane potrebbero verificarsi “grandi proteste che chiedono le sue dimissioni e nuove elezioni”. “Un governo diverso, più moderato, è una possibilità. Israele dovrà affrontare una dura resistenza armata di Hamas negli anni a venire e faticherà a distruggere l’organizzazione terroristica“, si legge nel documento. L’aumento delle vittime civili e delle malattie a Gaza ha fatto aumentare la sfiducia nei confronti del primo ministro.
Le accuse a Israele
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha fatto sapere che “sono stati uccisi più di 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini“. Joe Biden ha dichiarato: “Mentre i musulmani si riuniscono in tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per interrompere il digiuno, la sofferenza del popolo palestinese sarà in cima ai pensieri di molti. È in cima ai mie pensieri“.
Diversi medici palestinesi hanno raccontato alla Bbc (utilizzando l’anonimato) di essere stati costretti dalle truppe israeliane a spogliarsi e inginocchiarsi con le mani dietro la testa per essere poi picchiati ripetutamente. Tutto questo si è verificato nel loro ospedale – il Nasser di Khan Yunis – il 15 febbraio scorso. Le Forze di difesa israeliane (Idf), non hanno negato specifiche accuse di maltrattamenti. Il 17 febbraio scorso il portavoce militare israeliano aveva dichiarato che le truppe continuavano a operare nell’ospedale Nasser, dove hanno “arrestato circa 100 sospettati di attività terroristica”.
Benjamin Netanyahu è convinto di essere sempre più vicino alla vittoria assoluta e sottolinea i successi su Hamas, confermando la responsabilità di Israele nell’uccisione di Saleh al-Arouri, il vice presidente del Politburo di Hamas. “Sulla strada della vittoria completa, abbiamo già ucciso il numero 4 di Hamas, ora tocca al numero tre, al numero due e al numero uno“, ha detto Netanyahu.
“Ci sono stati successi, anche negli ultimi giorni, e ci saranno altri successi”, ha dichiarato Gallant, ministro israeliano della Difesa. Per il ministro l’azione è nella giusta direzione: “Dobbiamo tener conto del fatto che potrebbero esserci ulteriori sfide davanti a noi, la prima nel nord“. “Sarà Ramadan di terrore, prepariamoci“, ha aggiunto. Secondo quanto riportato dal Times of Israel Gallant ha anche detto che: “L’Iran è al lavoro per aumentare la gravità degli attacchi e sta introducendo molte armi di alta qualità“.
Le dichiarazioni di Von der Leyen
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato alla Plenaria del Pe a Strasburgo: “Dobbiamo garantire la sicurezza della distribuzione degli aiuti a Gaza. Questo rende ancora più importante lavorare con le agenzie che sono ancora presenti sul posto. E questo è il caso dell’Unrwa. A gennaio sono state mosse gravi accuse contro alcuni membri del personale dell’Unrwa. Per questo motivo abbiamo deciso di valutare le nostre decisioni di finanziamento. Da allora, le Nazioni Unite hanno condotto un’indagine interna e hanno creato un gruppo di revisione indipendente, guidato da Catherine Colonna“.
“L’Unrwa ha anche accettato di sottoporsi a una verifica da parte di esperti esterni nominati dall’Unione Europea. Di conseguenza, procederemo con il pagamento di 50 milioni di euro milioni di euro a sostegno dell’Unrwa. Le prossime tranche saranno erogate non appena l’Agenzia adotterà gli altri altri passi che abbiamo concordato insieme. Tutto questo con un semplice obiettivo: fare in modo che ogni euro che investiamo venga sia speso secondo le nostre regole e raggiunga i palestinesi che ne hanno bisogno“, ha continuato.
“Un governo più moderato è una possibilità”
“La mancanza di fiducia da parte dell’opinione pubblica nella capacità di governare di Netanyahu si è approfondita e ampliata ancora di più rispetto a prima della guerra. Stiamo assistendo a grandi proteste per chiedere le sue dimissioni e lo svolgimento di nuove elezioni. Un governo diverso è uno scenario possibile”, si legge nel rapporto, in cui viene sottolineata la possibilità che si formi un governo più moderato.