Negli ultimi 12 mesi le presenze sono cresciute di circa 300 al mese per un totale di 61.480 detenuti su 47.111 posti disponibili
Il tasso di affollamento nelle carceri italiane è troppo alto e le strutture sono in piena emergenza. L’associazione Antigone, che si occupa di monitorare lo stato di detenzione in Italia, ha registrato un aumento delle presenze medio di 331 unità al mese. L’associazione spiega che la causa di questo aumento sarebbe da collegare a “una maggiore lunghezza delle pene comminate, minore predisposizione dei magistrati di sorveglianza a concedere misure alternative alla detenzione o liberazione anticipata, introduzione altre norme penali e pratiche di Polizia che portano a un aumento degli ingressi”.
“La situazione che abbiamo riscontrato nelle carceri è drammatica”
Quello del sovraffollamento non è l’unico aspetto che è venuto fiori dalle analisi, anche rispetto alle condizioni dei detenuti si registra un numero preoccupante: dall’inizio dell’anno 58 detenuti si sono suicidati (un dato che rischia a fine anno di superare il record di 85 casi del 2022). “Se il nuovo ‘pacchetto sicurezza’ venisse approvato, gli autori di rivolte e proteste sarebbero punibili con una pena fino a otto anni di reclusione. In generale, il testo del decreto prevede un’ondata repressiva diretta a criminalizzare ogni forma di dissenso che porterebbe a un aumento dell’affollamento carcerario”. Oltre 580 sono stati i tentativi di suicidio. Sei agenti penitenziari si sono tolti la vita e sono scoppiate 11 rivolte all’interno degli istituti dal 27 giugno al 18 luglio a causa del caldo estremo che rendeva la permanenza impossibile. “La notte a volte i blindi vengono chiusi, rendendo rovente l’ambiente della cella. Oltre che per l’aumento delle temperature, l’estate è da sempre uno dei momenti più critici e delicati per le persone detenute, perché rallentano le attività, e con esse spesso anche le procedure burocratiche, i volontari entrano meno di frequente e via discorrendo“, si legge nel documento.
“La situazione che abbiamo riscontrato nelle carceri è drammatica“, così ha detto all’inzio del suo discorso il deputato Roberto Giachetti, che ha aperto la conferenza stampa sull’emergenza carceri indetta da Italia Viva e sostenuta dai Radicali e dall’associazione Nessuno tocchi Caino. “La percezione che ho, lo dico molto francamente, è che siamo davanti a un quadro molto pericoloso. Il tema di un luglio e agosto che possa scatenare rivolte in tutte le carceri italiane non è più soltanto una vaga preoccupazione. Lo stiamo dicendo in tutti i modi perché il governo non possa dire che non lo sapeva”, ha continuato.
Il “pacchetto sicurezza”, ovvero il disegno di legge numero 1660, prevede diverse novità, tra cui l’innalzamento delle pene per rivolte e proteste nelle carceri e nei Centri di permanenza per il rimpatrio. Il report semestrale di Antigone conferma 14mila presenze in più rispetto ai posti disponibili e denuncia un sistema al collasso, contro cui il governo non sembra proporre un soluzione valida, oltre a quella di creare nuove prigioni.
61.480 detenuti su 47.111 posti disponibili
Antigone spiega la situazione nei penitenziari italiani: “Il clima è incandescente e non solo per il caldo insopportabile che nelle ultime settimane attanaglia gli istituti ma anche per le proteste che avvengono ormai quasi quotidianamente“, scrivono gli osservatori nel report semestrale pubblicato il 23 luglio, parlando di un ambiente “irrespirabile” anche per il personale di polizia penitenziaria.
Negli ultimi 12 mesi le presenze sono cresciute di circa 300 al mese per un totale di 61.480 detenuti su 47.111 posti disponibili. Parliamo quindi di un tasso di affollamento del 130,6%, che cresce se prendiamo in considerazione alcune singole strutture, come il carcere di San Vittore a Milano dove il tasso raggiunge il 227% e il Canton Monbello a Brescia (207%), 199% per il carcere di Foggia e 194% per quello di Taranto.
“Il sovraffollamento non è una calamità naturale l’attuale governo ha adottato una risposta di stampo securitario e repressivo. Sono misure, alcune simboliche altre di grande impatto repressivo, che colpiscono prevalentemente le fasce di popolazione più vulnerabili (minori, tossicodipendenti, appartenenti a minoranze etniche) aggravando peraltro il tasso di sovraffollamento carcerario e le condizioni di vita detentive, già al di sotto di standard adeguati”, si legge nel report realizzato da Antigone.
Alcuni osservatori parlano di celle con infiltrazioni e muffa, senza docce e acqua corrente per ore, di stanze piccolissime da condividere in due o tre e di bagni senza intimità. Emerge anche una “preoccupante presenza di persone destinatarie di diagnosi psichiatriche gravi e un massiccio ricorso agli psicofarmaci”.