Nel corso della sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro, dove pochi giorni fa è avvenuto un tragico naufragio costato la vita a decine di migranti, Matteo Piantedosi ha cercato di chiarire una sua affermazione controversa, ossia che le persone affogate non avrebbero dovuto partire. Il ministro dell’Interno ha specificato che quelle parole, pronunciate in un momento di rabbia, si riferiva alla gravità della condotta criminale degli scafisti. “Ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime”, ha sottolineato. “Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato. La sensibilità e i principi di umana solidarietà hanno ispirato la mai vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent’anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione”, ha aggiunto.
Piantedosi: “Rinnovo il cordoglio per le vittime”
“Voglio rinnovare il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti”, ha dichiarato Piantedosi. “Gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e tre soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati. Per la doverosa ricostruzione dei fatti, che in quella sede deve avvenire, sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica di Crotone. Attenderemo, pertanto, con fiducia e rispetto l’esito degli accertamenti giudiziari”.
Piantedosi ha raccontato, che subito dopo aver appreso la notizia del naufragio, si è recato a Cutro per testimoniare, a nome del Governo, il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti, nonché alle Amministrazioni locali. “Anche in questa sede desidero rivolgere una parola di profonda gratitudine alla Calabria che, da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni”.
La risposta del ministro a chi parla di un Governo che impedisce i soccorsi
Durante l’informativa alla Camera, Piantedosi ha ricordato che “l’esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, qualche che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare. In altre parole, le attività di law enforcement, che fanno capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esigono la cooperazione e la sinergia tutte le volte che i contesti operativi concreti lo richiedono e, in primis, quando si tratta di salvaguardare l’incolumità delle persone in mare”, ha precisato il ministro.
“Il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura intersezionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall’attuale governo. Peraltro, le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando. Dunque, sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”.