“Quando ho deciso di partire e lasciare il mio Paese sono scappato dal morire lentamente. Ho pensato: è meglio che muoia dentro il mare, velocemente. È questo il motivo per cui si viaggia così, senza niente“. A parlare in risposta alle parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla strage di migranti in Calabria, è Musa Abdallah Elsaddig, un giovane rifugiato scappato dal Sudan per sfuggire alla repressione del Governo.
Musa ha attraversato il deserto fino alla Libia e il Mediterraneo, su un gommone con 105 persone. “Quando sono arrivato in Italia ho sentito di essere nato di nuovo– racconta- Durante il viaggio senti che non puoi arrivare, immagini che la tua vita finirà nell’acqua“. Musa oggi lavora in un supermercato e studia per diventare operatore socio-sanitario. Ad aiutarlo a ottenere lo status di rifugiato, un’abitazione e un lavoro a Roma sono stati i volontari di Baobab experience. Ma, dice, “in Italia non c’è futuro“.