Da Lampedusa, dove è arrivata su invito della premier italiana per una visita lampo, ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha garantito che “l’Italia può contare sull’Ue“.
L’isola da giorni è alle prese con un’ondata eccezionale di sbarchi mentre l’hotspot che potrebbe accogliere al massimo 400 persone è arrivata a contenerne 7mila.
Il piano in 10 punti di Ursula von der Leyen
Nel punto stampa allestito per l’occasione, von der Leyen ha promesso una “risposta coordinata a una sfida europea” declinata in un piano d’azione in 10 punti, che potrebbe includere anche una nuova missione navale, sul modello dell’operazione Sophia avviata dall’Unione europea nel 2015 e naufragata alla fine del 2018.
Un obiettivo a cui punta Roma e che sarà presentato formalmente al prossimo Consiglio europeo, dove la premier ora può contare sulla sponda di “tanti leader molto sensibili”. Incluso il presidente francese Emmanuel Macron, dopo la rottura con Parigi dei giorni scorsi.
“Saremo noi a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti“, ha scandito la numero uno dell’esecutivo comunitario con un’espressione che, hanno osservano da Fratelli d’Italia, ricalca un cavallo di battaglia di Meloni. “Parole che dall’Europa non erano mai state pronunciate”, ha esultato la stessa premier.
Il primo punto del piano targato von der Lyen prevede il sostegno della Commissione europea, dell’Agenzia per l’asilo europea e Frontex nella gestione del grande numero di sbarchi, anche con l’aiuto nella registrazione degli arrivi e delle identificazioni.
C’è poi il sostegno al trasferimento dei migranti fuori da Lampedusa, sollecitando gli altri Paesi europei a contribuire.
Il terzo punto riguarda invece il supporto di Frontex per incoraggiare e facilitare un veloce ritorno dei migranti nei Paesi di origine, laddove non abbiamo diritto all’asilo.
Il piano mira anche a rafforzare l’azione contro le reti di trafficanti, insieme ai Paesi di origine e transito.
Occorre poi rafforzare la sorveglianza aerea e di mare valutando la possibilità di espandere le missioni navali esistenti o di istituire nuove operazioni nel Mediterraneo.
L’Ue intende inoltre lavorare di concerto con le autorità italiane per la rimozione e la distruzione di imbarcazioni e gommoni usati dai trafficanti.
Previsto poi che l’Agenzia per l’asilo europeo fornisca sostegno all’Italia per accelerare la gestione delle domande di asilo e il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale.
Il piano include anche l’apertura di corridoi umanitari e percorsi di arrivo legali per offrire ai migranti alternative alle traversate lungo il Mediterraneo.
Il nono punto conta sul coinvolgimento dell’Unhcr e dell’Oim per aumentare i rimpatri volontari assistiti.
Infine l’Ue si impegna a lavorare con la Tunisia, ormai principale base delle rotte migratorie mediterranee, per l’attuazione del Memorandum di Intesa siglato lo scorso luglio e l’invio dei fondi previsti.
Un punto su cui Meloni ha insistito particolarmente chiedendo di di “accelerare velocemente”, e di “sganciare” il finanziamento di 255 milioni di euro prospettato al presidente tunisino Kais Saied da quello da quasi 2 miliardi di dollari che il Fondo monetario internazionale tiene bloccato in attesa di riforme che non sono all’ordine del giorno a Tunisi. È la strategia, ha detto la premier, di “un’Europa che dimostra di offrire un contributo chiedendo un contributo in cambio”.
In Cdm nuove misure per l’emergenza migranti
Ieri da Lampedusa Meloni ha annunciato nuovi provvedimenti già nel Consiglio dei ministri in programma oggi. “Estenderemo al massimo consentito dalle regole europee”, ossia 18 mesi, “il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia”, ha spiegato precisando che “donne e minori di 14 anni vanno trattati a parte” rispetto ai “meno fragili”.
Confermato, poi, il “mandato al ministero della difesa di attivarsi immediatamente per realizzare le strutture necessarie”, ossia nuovi Cpr (centri per il rimpatrio) oltre a quelli già presenti in dieci regioni. L’idea, confermano fonti di governo, resta quella di inserire le novità in un emendamento al decreto legge Caivano, appena approdato in Senato.
Il piano Mattei per l’Africa
Dal punto di vista di Giorgia Meloni la giornata di ieri è stata un grande “successo” e ha segnato un punto a favore della strategia messa a punto dal governo di centrodestra. La meta è niente di meno che una “rivoluzione copernicana” nella gestione del fenomeno migratorio.
Un altro tassello la premier vuole aggiungerlo chiedendo un “maggiore coinvolgimento dell’Onu“. Subito dopo il Cdm Meloni volerà a New York per partecipare alla 78ª assemblea generale delle Nazioni Unite. Il dossier migrazione resta in cima alla lista delle priorità e la premier lo ribadirà in occasione dell’intervento in programma il prossimo mercoledì, quando farà il suo debutto ufficiale al Palazzo di vetro.
La presidente del Consiglio cercherà, anche nei bilaterali a margine dell’Assemblea, di intessere la trama delle relazioni per coinvolgere sempre più Paesi nel cosiddetto “piano Mattei” per l’Africa senza trascurare il ruolo significativo che possono giocare le agenzie delle Nazioni Unite – Unhcr e Oim – nella strategia targata Meloni che punta sulla “dimensione esterna”.
“Non risolveremo mai il problema parlando di come redistribuire i migranti all’interno dei confini europei. L’unico modo per affrontare seriamente il problema – ribadito ieri da Lampedusa – è lavorare sulla dimensione esterna, fermare le partenze illegali degli immigrati”.
Un’idea che la presidente del Consiglio ha promosso sin dal suo discorso d’insediamento alla Camera, ormai un anno fa, parlando di “un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane”. E che ha rilanciato anche in occasione del G20 di News Delhi. “L’Italia aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle Nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”.
L’opposizione boccia la linea Meloni
In Italia l’opposizione boccia su tutta la linea l’impostazione della presidente del Consiglio. Dal Partito democratico accusano la premier di puntare sul memorandum con la Tunisia e non sulla redistribuzione dei migranti per non urtare gli alleati sovranisti di Polonia e Ungheria. Per la segretaria dem Elly Schlein invece è essenziale “superare Dublino, con una equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza”.
Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha liquidato la ricetta di Meloni come “militare, poliziesca, che non funziona”. E Riccardo Magi di +Europa ha denunciato “una passerella nell’hotspot di Lampedusa ripulito e tirato a lucido”.