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Raccontando la sua missione al confine tra la Croazia e la Bosnia Erzegovina, Pietro Bartolo, eurodeputato del Pd, non nasconde nessuna delle emozioni che ha provato vedendo il campo profughi di Lipa. “Malgrado abbia visto di tutto, la visione del campo di Lipa mi ha sconvolto. È stato traumatizzante. Non pensavo di rivedere scene simili a quelle che ci sono state nel passato. È un campo di concentramento in mezzo alla neve. Lipa è un luogo disperso in altura, nella foresta. Per arrivarci è difficilissimo. Abbiamo avuto difficoltà a raggiungerlo. Ci abbiamo messo più di un’ora per arrivare. Ho visto una recinzione metallica, con dentro delle tende. Tanta gente. Una lunga fila indiana di persone coperte di neve. Tanti erano a piedi nudi. Tremolanti“, racconta Bartolo.
“Dentro al campo mi sono sentito male, ho vomitato e ho pianto, non mi vergogno a dirlo. È stato un pugno nello stomaco. C’erano tanti minori non accompagnati. All’interno delle tende (bucate) c’erano ammassate quaranta/cinquanta persone. Nessuno dei presenti mi ha chiesto nulla, ma nei loro occhi ho visto una tacita richiesta di aiuto“, conclude Bartolo. L’eurodeputato ha partecipato alla missione al confine tra Croazia e Bosnia Erzegovina dal 29 gennaio al primo febbraio. Assieme a lui c’erano i colleghi Pierfrancesco Majorino, Brando Benifei e Alessandra Moretti.
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