Negoziati tra Italia e SpaceX per servizi di sicurezza avanzati: reazioni politiche e dubbi sulla sovranità digitale
La Presidenza del Consiglio ha smentito ufficialmente che siano stati firmati contratti o conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. In una nota, si precisa che le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti svolti dagli apparati dello Stato con società specializzate, in questo caso quelle operanti nel campo delle connessioni protette per le comunicazioni di dati crittografati.
Inoltre, Palazzo Chigi ha negato in modo categorico, definendo la notizia come «semplicemente ridicola», che la questione SpaceX sia stata affrontata durante l’incontro della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.
Space X e l’accordo tra Italia e Musk
La smentita giunge dopo un articolo pubblicato da Bloomberg, che, citando fonti vicine al dossier, ha riferito che l’Italia sarebbe in fase avanzata di trattative con SpaceX per un accordo volto a garantire telecomunicazioni sicure al governo nazionale. Secondo quanto riportato, si tratterebbe di un progetto del valore di 1,5 miliardi di euro, destinato a diventare il più grande di questo tipo in Europa. L’intesa avrebbe l’obiettivo di fornire una gamma completa di servizi di crittografia avanzata per le comunicazioni telefoniche e l’utilizzo di Internet da parte del governo italiano.
Nelle ultime ore, mentre Giorgia Meloni rientrava dalla sua visita-lampo al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, l’agenzia Bloomberg ha diffuso una notizia rilevante. Secondo quanto riportato, i negoziati tra lo Stato italiano e SpaceX sarebbero giunti a uno stadio avanzato. Oggetto della trattativa è la fornitura di servizi avanzati di sicurezza nelle telecomunicazioni, dal valore stimato di 1,5 miliardi di euro, con un particolare focus sui sistemi di crittografia delle comunicazioni governative e militari.
Bloomberg afferma che l’accordo, dalla durata quinquennale, rappresenterebbe il più grande progetto di questo genere in Europa. La trattativa avrebbe già ottenuto il parere positivo dei servizi segreti italiani e del Ministero della Difesa. Dopo un periodo di stallo, i colloqui, avviati a metà del 2023, avrebbero ripreso slancio proprio in seguito alla recente visita di Meloni a Mar-a-Lago.
Sempre secondo Bloomberg, il governo italiano aveva preso in considerazione alternative al sistema Starlink di SpaceX, come la società europea IRIS² o la costruzione di una propria rete di satelliti. Tuttavia, entrambe le opzioni avrebbero comportato costi superiori ai 10 miliardi di euro.
Con una nota ufficiale, il governo italiano ha smentito categoricamente che vi siano intese già firmate, pur confermando l’esistenza di colloqui con SpaceX.
«La Presidenza del Consiglio», si legge nel comunicato, «smentisce che siano stati conclusi contratti o siglati accordi con SpaceX per l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con l’azienda rientrano nei consueti approfondimenti che lo Stato compie con società attive nel settore delle comunicazioni sicure per dati crittografati. Inoltre, si nega categoricamente che durante l’incontro con il presidente eletto Trump sia stato trattato il tema SpaceX».
Elon Musk, rispondendo su X a un post di Andrea Stroppa, considerato vicino agli ambienti governativi italiani, ha affermato: «Siamo pronti a offrire all’Italia la connettività più avanzata e sicura!».
Le reazioni da parte dell’opposizione non si sono fatte attendere. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha chiesto spiegazioni immediate al Parlamento. «Non basta qualche riga inviata alle agenzie di stampa. Giorgia Meloni e il suo esecutivo devono riferire in aula sui negoziati con Musk. Se davvero stiamo parlando di 1,5 miliardi di soldi pubblici per portare i satelliti del miliardario americano in Italia, il prezzo è troppo alto. L’Italia non si vende per un’amicizia personale».
In una nota congiunta, i presidenti dei gruppi parlamentari del PD Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti hanno aggiunto: «È emersa la possibilità di un contratto pluriennale dal valore di 1,5 miliardi di euro a favore di SpaceX per servizi di telecomunicazione governativa. Si tratterebbe di risorse pubbliche pari a quelle destinate alla banda ultra-larga nel PNRR. Non possiamo accettare che tali fondi vengano assegnati a una società le cui performance non soddisfano gli standard europei fissati per il 2030».
I rappresentanti dem hanno sottolineato inoltre l’importanza della sicurezza nazionale. «Si tratta di servizi di crittografia delle comunicazioni e di applicazioni militari, ambiti estremamente delicati per la sovranità digitale del Paese. Esistono realtà italiane ed europee in grado di offrire questi servizi. Chiediamo al governo di chiarire subito la propria posizione».
Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso perplessità. «Firmare un contratto con Starlink significa affidare una parte della nostra sicurezza nazionale a una persona imprevedibile, che spesso interviene in modo aggressivo nelle vicende europee. Il governo italiano dovrebbe agire come ponte tra Stati Uniti ed Europa, senza dimenticare la propria appartenenza all’UE».
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha commentato ironicamente la notizia: «Bloomberg ha lanciato lo scoop: l’Italia pronta a pagare 1,5 miliardi di dollari a Musk per progetti di sicurezza. Spero sia uno scherzo. Capisco che Meloni tifi Trump e che Musk sia un genio, seppur pericoloso. Ma ricordo che esistono leggi in Italia. Non è possibile assegnare una somma simile senza una gara pubblica. Attendiamo una smentita ufficiale. Se non arriverà, chiederemo che Meloni riferisca in Parlamento».
Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso forti riserve. «I patrioti al governo stanno affidando la nostra sicurezza nazionale a Musk per 1,5 miliardi di euro? Esigiamo chiarezza immediata. Stiamo parlando di questioni cruciali per la tutela delle aziende italiane, la protezione dei dati personali e la cybersicurezza. Tutto questo può essere deciso sulla base di rapporti personali tra la premier e un imprenditore privato?».