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Giorgia Meloni si reca allo stabilimento produttivo di Arzano, non lontano da Napoli, e torna sul tragico caso della scomparsa di Maria Paola Gaglione, la giovane di Caivano morta durante l’inseguimento del fratello che non sopportava la sua storia d’amore con Ciro. Ma la leader di Fratelli d’Italia nega che il problema principale che emerge da questa vicenda sia legato all’omofobia.
Omofobia a Caivano? “Il problema è a monte”
“Il problema che noi abbiamo, e che sta emergendo dai casi di cronaca di questi giorni, credo sia a monte – è infatti l’opinione di Giorgia Meloni –. Viviamo in una società nella quale ci sono troppe persone e territori abbandonati. Troppe realtà nelle quali non si danno risposte, e a farne le spese sono sempre i più fragili. Questo è accaduto a Maria Paola, ma anche a Willy che invece si è distinto per il suo coraggio e per questo ha perso la vita. Penso che una riflessione seria su ciò che stiamo insegnando ai nostri giovani vada fatta“.
“C’è sicuramente anche un problema culturale che riguarda l’omofobia, e che va combattuto“, ammette la leader di Fratelli d’Italia. Che però va oltre: “Ma nella vicenda di Maria Paola non c’è solo questo. C’è anche la violenza contro le donne, l’idea che le donne non possano decidere per stesse. C’è un problema culturale molto ampio. E a monte credo ci sia proprio un problema di formazione dei nostri giovani. E di ignoranza. Non è vero che noi non abbiamo fatto nulla contro l’omofobia“.
Meloni e le regionali: “Sciogliere Camere, perché no?”
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Nel corso dello stesso intervento, quindi, la leader di Fratelli d’Italia ha parlato anche della campagna elettorale per le elezioni regionali. Che avverranno anche in Campania, e secondo Giorgia Meloni potrebbero avere effetto anche a livello nazionale: “Noi abbiamo al governo gente alla quale non frega nulla di quello che pensano i cittadini. A casa mia, invece, la democrazia conta sia quando vinci che quando perdi. Perché funziona così. Alle regionali votano milioni di italiani che diranno anche cosa pensano del governo nazionale, che piaccia o meno“.
E Giorgia Meloni alza la posta: “Non ho la pretesta che Conte e compagnia il giorno dopo si dimettano, perché sulla dignità difettano un tantino. Però penso che, a norma di Costituzione italiana, la valutazione si potrebbe fare. Perché ricordo ancora una volta, a me stessa e non solo, che l’istituto dello scioglimento anticipato delle Camere esiste nella nostra Costituzione. Ed è uno strumento nelle mani del Presidente della Repubblica, quando ravvisasse troppa distanza tra il popolo e il palazzo“.
Salvini o Meloni: chi è il leader del centrodestra?
Quindi una considerazione sugli equilibri tra le forze di opposizione, in particolare tra la stessa leader di Fratelli d’Italia e il numero uno della Lega, Matteo Salvini. Così Giorgia Meloni: “Non sono la leader del centrodestra. La nostra è una coalizione plurale, questo derby eterno all’interno del centrodestra appassiona voi e non me. Quando Fratelli d’Italia era al 3% e la Lega al 30% io ho detto che si poteva crescere insieme. E oggi lo ribadisco, dopo che i pesi si modificheranno. Ma la corsa io non la faccio sulla Lega, ma sui Cinque Stelle“.