Con la sua richiesta, Grillo ha rimesso in discussione la cancellazione del ruolo di garante, ma anche la richiesta di modificare il simbolo e la revisione dei poteri del presidente
La rottura tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte nel Movimento 5 Stelle è giunta a un punto critico. L’ex presidente del Consiglio ha annunciato che il contratto con Grillo, che prevede un compenso di 300.000 euro annuali, non sarà rinnovato, sottolineando che il ruolo di garante ricoperto dovrebbe avere un valore morale e non essere retribuito. Il fondatore del M5s non ci sta e chiede di ripetere le votazioni. Grillo infatti ha intenzione di andare per vie legali contro il risultato della Costituente, “la comunità saprà rispondere”, sostiene.
La richiesta di Grillo
Grillo precisa che il contratto è ancora in vigore e scadrà naturalmente nei prossimi mesi. Il fondatore si prepara ad andare per vie legali e chiede di ripetere la votazione. Quella che Grillo rivendica è una norma prevista dalle disposizioni che regolano il funzionamento del Movimento, sulla possibilità di far ripetere la consultazione.
Il commento di Conte
Conte riconosce la prerogativa prevista dallo Statuto rivendicata da Grillo, ma “di fronte a un esito chiaro del voto, nel quale una chiara maggioranza si è espressa per cancellare la figura del Garante ci si aggrappa a una norma feudale pur di non accettare la volontà dell’assemblea. Così lui rinnega la sua stessa storia e quella del Movimento, che ha fatto della partecipazione democratica un suo valore fondante“, commenta.
“Quando si chiamano a votare 89 mila persone, per decidere del loro futuro, bisogna anche accettare tutte le conseguenze, come applausi e fischi. Io stesso ho subito una contestazione all’inizio dell’assemblea, e l’ho accettata: si chiama democrazia. Ma c’è un dato politico innegabile: il voto ha testimoniato che la nostra comunità non vuole più guardare indietro, ma solo avanti“, sottolinea.
Giuseppe Conte dichiara: “Non c’è mai stato lo scontro Conte-Grillo perché io non ho mai raccolto le sue provocazioni. Semmai lo scontro è quello di Grillo contro la sua comunità. Ho rinunciato a capire perché lui stia cancellando la sua storia e stia schiaffeggiando così palesemente tutti gli iscritti e tutto ciò per cui si è battuto in tanti anni“.
Sul ricorso di Grillo spiega: “È una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto e che, peraltro, la maggioranza ha già bocciato proprio nell’ultima votazione. Abbiamo una comunità matura e unita, desiderosa di partecipare e contare, non vedo scissioni all’orizzonte”. “Quello di Grillo non è un ricorso, ha chiesto semplicemente di rivotare. C’è tutta una serie di regole che Grillo si era costruito nel tempo e quando abbiamo rivisto lo statuto non c’è stato verso di renderlo un po’ più aggiornato. Grillo ha esercitato questa facoltà e noi rispondiamo con una votazione che faremo al più presto. Sono sicuro che la comunità risponderà anche questa volta“, prosegue. “È un tentativo di sabotaggio del processo costituente. L’ennesima entrata a gamba tesa da parte sua, dopo che aveva cercato di impedire lo svolgimento di questo grande esperimento di partecipazione”, continua.
Grillo con la sua richiesta ha rimesso in discussione la cancellazione del ruolo di garante, ma anche la richiesta di modificare il simbolo e la revisione dei poteri del presidente.
“La nostra comunità ha dimostrato di avere grande voglia di partecipare e di decidere. Saprà tornare a esprimersi, rispondendo a maggioranza a chi si appiglia a dei cavilli giuridici“, ha detto durante un’intervista del Fatto quotidiano. Sui tempi della seconda votazione spiega che ci vorranno pochi giorni: “Saremo rapidi”.