Il M5s non cambia le regole in corsa. E così, anche in vista delle elezioni del 25 settembre, non potrà presentare la propria candidatura chi è già reduce da un doppio mandato. Questa la comunicazione che produrrà a stretto giro di posta il leader pentastellato, Giuseppe Conte, in base a quanto apprende l’agenzia Adnkronos “da autorevoli fonti“.
M5s: chi lascerà senza deroga sul secondo mandato
Adnkronos spiega che “non ci sarà nessuna deroga alla regola del tetto dei due mandati nel Movimento 5 Stelle“. Conte avrebbe già ufficializzato tale decisione, comunicandola ai veterani del M5s. Questo significa che, al termine delle elezioni, non rientreranno più in parlamento i vari Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede.
“Oggi arriverà la decisione sulla regola del doppio mandato“, e su questo “dimostreremo la coerenza del M5S“, aveva dichiarato Conte a inizio giornata ai microfoni di Rtl 102.5. “La coerenza ha un costo alto, noi stiamo pagando anche il prezzo di questa scissione“, ha aggiunto parlando dello strappo di Luigi Di Maio. “Loro hanno abiurato ai principi e ai valori del Movimento, ci sta“, ha precisato.
L’aut-aut di Beppe Grillo a Conte
Nel corso della giornata di giovedì era stato Beppe Grillo in persona a rinnovare l’aut-aut sul vincolo del doppio mandato. “Se deroghi al secondo mandato, dovrai fare a meno di me. Lascio il Movimento 5 Stelle“, avrebbe tuonato all’indirizzo di Conte, sempre secondo l’Adnkronos. “Il simbolo è di Grillo. Anche se Conte dovesse decidere di rompere, e non lo farebbe mai, andremmo a sbattere. È Grillo che ci lascia senza M5S, non il contrario“, avrebbe aggiunto un big pentastellato.
Sul tema, Grillo aveva già parlato molto chiaramente in un filmato della scorsa settimana, pubblicato sul suo blog. “Possiamo essere morti tra 15 giorni, non lo so – aveva affermato a proposito del M5s –. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra. Sono l’interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Noi siamo questi, e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L’Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca“.