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Arrivano alcune osservazioni di Legambiente sui decreti che il governo sta attuando in questi difficili mesi.
Decreto rilancio: “L’ecobonus è un bonus edilizia”
Ma il giudizio complessivo di Legambiente è estremamente negativo, come si evince dalle parole del presidente Stefano Ciafani: “Il decreto rilancio non risponde all’esigenza di rilanciare l’economia del Paese in chiave sostenibile. Abbiamo più volte criticato l’inadeguatezza del cosiddetto super ecobonus. Che in realtà è un super bonus edilizio, perché non consente di innalzare il livello energetico in cui ci muoviamo e lavoriamo. In realtà è proprio quello che servirebbe, vista la montagna di soldi pubblico che saranno investiti“.
Il numero uno di Legambiente ha anche contestato all’esecutivo politiche ambientali legate all’utilizzo di materiali inquinanti: “All’interno del decreto viene rivista la proroga dell’entrata in vigore della plastic tax al primo gennaio 2021. Insomma, si è persa l’occasione per rilanciare la manifattura e parti di economia che erano bloccate. E che dovevamo permettere di ripristinare le attività, per fare in modo che il Paese ripartisse in maniera diversa con la fine del lockdown. Ma con il decreto rilancio questo non avverrà“.
Semplificazioni e infrastrutture: le critiche di Legambiente
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Legambiente è però molto severa anche su un altro importante provvedimento varato dal governo. Così Ciafani: “In base alle anticipazioni sul decreto Semplificazioni, anche su questo fronte non ci siamo. Perché è fondamentale semplificare a causa della troppa burocrazia che blocca l’economia verde. Ma noi a Conte abbiamo consegnato durante gli Stati Generali 33 proposte di semplificazioni concrete. Lo abbiamo fatto per aiutarlo ad agire in questa direzione, ma non sono state ascoltate“.
E il presidente di Legambiente esprime tutte le sue perplessità anche su un altro tema: “Riguardo al piano delle Infrastrutture, il governo dovrà usare tutti i 170 miliardi del Recovery Fund. Dobbiamo avanzare sul ciclo delle acque, sul ciclo dei rifiuti, sul trasporto sul ferro, sulla mobilità. Ma il piano previsto è un gran minestrone. L’Italia deve semplificare tanti processi burocratici ma concentrarsi sulla via e sulla deregolamentazione del Codice degli appalti è un modo per disorientare l’opinione pubblica e tornare alla vecchia stagione di Tangentopoli“.
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Infine il Green New Deal, su cui tante voci autorevoli hanno insistito in Europa e anche Legambiente dice la sua: “Per il Green New Deal c’è l’estate per poter aggiustare la rotta. Il Governo deve presentare il suo piano a settembre, speriamo che queste settimane servano per cambiare registro. C’è da definire quella che è la caratterizzazione del prossimo decennio perché i fondi Ue devono essere spesi tutti ma li dobbiamo spendere per opere che servono. C’è da fare un grande lavoro per la manifattura, la transizione energetica, sulla riduzione delle fonti fossili. Ci auguriamo che questa sia l’estate in cui l’Italia capisca che questa è un’occasione imperdibile. I testi che abbiamo visto circolare in questi giorni ci rendono preoccupati“.