In Italia, da sempre, pochi temi sono delicati come quelli che riguardano scuola e lavoro.
Due mondi che negli ultimi anni sembrano sempre più scollati tra loro e ai quali sempre più persone nel nostro Paese hanno iniziato a guardare con poco ottimismo.
Le difficoltà che lo Stivale sta riscontrando ormai da parecchio tempo sia nel settore lavorativo che in quello scolastico sono sotto gli occhi di tutti e non basterebbe un libro per elencare tutte le problematiche da risolvere in quelle che dovrebbero essere due forze trainanti in qualsiasi Paese civilizzato.
Finché non porremo rimedio ad alcune di esse, sarà però impossibile sognare un futuro migliore.
Per questo, bisogna cominciare ad agire ora.
Valditara: “Serve rifondare profondamente il sistema”
A tornare a parlare delle difficoltà legate al mondo del lavoro e quelle riguardanti il settore scolastico è stato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Intervenuto nel corso di un convegno a Milano e riguardante la formazione professionale, ha dichiarato:
“Un problema che riguarda tutta Italia è la difficoltà di reperimento del personale. I dati la danno ormai in crescita al 45.6%. Ciò significa che non riusciamo a dare la possibilità ai ragazzi di essere assunti e questo succede perché spesso non hanno le competenze necessarie o le hanno in modo inadeguato. Vuol dire che il sistema formativo non funziona“.
Il Ministro della Lega ha quindi aggiunto:
“Dobbiamo riportare la cultura del lavoro nelle scuole. Serve rifondare profondamente il sistema”.
Il Ministro dell’Istruzione: “Dobbiamo far partire sperimentazione negli ITS”
Soffermatosi nello specifico sul tema legato al rapporto scuola-lavoro, Valditara ha affermato:
“Ritengo che noi dobbiamo far partire una sperimentazione, a cominciare dall’idea della filiera e del campus, per collegare l’istruzione con gli ITS (Istituti Tecnici Superiori, ndr)”.
Ma di cosa si tratta e qual è l’obiettivo finale?
Lo ha spiegato direttamente il Ministro dell’Istruzione:
“Parlo di un 4+2 a livello sperimentale. Un modello avanzato, che vogliamo avviare e su cui apriamo un dibattito. L’obiettivo è garantire ai ragazzi un lavoro e al mondo dell’impresa di non sollevare più queste grida di dolore”.