Ieri, giovedì 20 aprile, in Senato sono state approvate due mozioni sul 25 aprile, una presentata dall’opposizione e l’altra dalla maggioranza. Se la prima è stata approvata quasi all’unanimità (a eccezione di un singolo astenuto), la seconda non ha potuto contare sul favore dei partiti esterni all’esecutivo. Le forze dell’opposizione hanno criticato l’assenza della parola “antifascismo” nel testo. “Un’inaccettabile omissione, una grande occasione mancata per dissipare ambiguità e reticenze della destra italiana”, ha dichiarato in aula il senatore del Pd Alfredo Bazoli.
A queste parole ha replicato Lucio Malan, capogruppo al senato di Fratelli d’Italia. “Dite che non votate la nostra mozione perché non c’è la parola antifascismo: ma c’è scritto che condanniamo tutti i totalitarismi, siamo contro il fascismo, quindi c’è, è la stessa cosa”, ha osservato. “Secondo questo principio, i parlamentari costituenti non avrebbero dovuto votare la Costituzione perché in quel testo non c’è la parola ‘antifascista’”, ha aggiunto Malan. Ignazio La Russa, il presidente del Senato, ha poi ripreso questo concetto nel corso di un’intervista a Repubblica e ha fatto un passo oltre, dichiarando che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”.
Antifascismo e Costituzione, come stanno davvero le cose?
C’è una differenza sottile ma cruciale tra le parole di Malan e quelle di La Russa. Il primo, riprendendo le critiche mosse dal Pd alla mozione della maggioranza, si è concentrato sull’assenza di una singola parola nel testo della Costituzione, mentre il secondo ha fatto un discorso più generale, che sembra escludere del tutto qualsiasi riferimento all’antifascismo nel testo della legge fondamentale dello stato italiano. A ben guardare, l’affermazione di Malan corrisponde al vero: lo specifico termine “antifascista” non compare mai nella Costituzione. Tuttavia, i riferimenti al fascismo e alla necessità di impedirne la rinascita sono ben presenti nel testo.
“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”, si legge nella XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana.
Le critiche a La Russa
Sui social, vari esponenti dell’opposizione hanno criticato La Russa per le sue parole. Tra di loro c’è anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli: “@Ignazio_LaRussa la vergogna delle istituzioni che non conosce la XII disposizione della Costituzione. I fascisti al governo: umiliazione degli studenti come metodo di insegnamento, sostituzione etnica. La Meloni anche oggi difenderà i suoi sodali?”. Anche Alessandro Zan, deputato del Pd, ha criticato il presidente del Senato: “Siamo al negazionismo. La Russa è sempre più imbarazzante e inadeguato”.