L’attuale vicepresidente può contare su una grande esperienza e sul supporto di varie fasce dell’elettorato, ma non è incisiva nei discorsi in pubblico e ha un rapporto difficile con i membri del suo staff
La scelta del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di ritirarsi dalle prossime elezioni ha stravolto lo scenario politico americano, rimettendo in discussione quello che fino a pochi giorni fa sembrava un risultato quasi ovvio. Dopo aver basato buona parte della sua campagna elettorale sugli attacchi al commander in chief, ora Donald Trump è costretto a cambiare rotta e capire dove colpire un’avversaria più giovane di lui: Kamala Harris. Per quanto la candidatura della vicepresidente non sia ancora ufficiale, tutto sembra puntare in quella direzione ed è giusto iniziare ad analizzare quali sono i punti di forza che potrebbero aiutarla a diventare la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente degli Stati Uniti e quali debolezze, invece, potrebbero ostacolare il suo cammino.
I punti di forza di Kamala Harris
Nel corso degli anni, Harris ha accumulato molta esperienza, lavorando per anni come procuratrice. Nonostante il suo spirito progressista, ha sempre usato il pugno duro nei confronti dei criminali: per fare un esempio, grazie a lei nel 2009 il tasso di condanna per i reati gravi è passato dal 50% al 76%. In generale la sua carriera nel mondo della legge è stata caratterizzata da importanti successi, come quando nel 2010 è diventata la prima donna nera a ricoprire l’incarico di procuratore generale della California. Anche come senatrice (dal 2017 al 2021) si è distinta, soprattutto per la capacità di mettere sotto torchio i candidati repubblicani dal pedegree controverso. Da vicepresidente di Biden ha poi visitato decine di Paesi e conosciuto numerosi leader, oltre a portare avanti alcune delle sue battaglie sociali.
Proprio quest’ultime rappresentano un altro dei punti di forza di Harris. La vicepresidente, nata da un padre giamaicano e una madre indiana, ha sempre promosso la diversità e può contare sul sostegno della comunità black. Anche parte dell’elettorato femminile, quella più attenta a temi come l’aborto e i diritti riproduttivi, è pronta a sostenerla, così come la comunità lgbtqia+.
Le debolezze che Trump potrebbe sfruttare
Per quanto riguarda i punti deboli, varie testimonianze indicano che Harris sa essere piuttosto aggressiva con i suoi collaboratori, che raramente resistono a lungo al suo fianco. È emblematico il caso di Karine Jean-Pierre, la sua ex chief of staff, che si trovò così a disagio con lei da passare al press team della Casa Bianca, dove divenne la portavoce di Biden. Anche capacità organizzative di Harris non sono sempre ottimali, come dimostrato dal flop delle sue primarie presidenziali nel 2020, affidate alla sorella. Inoltre, i suoi discorsi in pubblico sono spesso inconcludenti e pieni di divagazioni tanto prolisse quanto inutili, come ben esemplificato da uno sketch andato in onda sul Daily Show.
Durante gli anni trascorsi come vicepresidente è riuscita di rado a uscire dall’ombra di Biden e a portare avanti in modo convinto le sue battaglie. Non sono mancate neppure alcune gaffe imbarazzanti, come quando nel 2021 invitò i migranti a non venire negli Stati Uniti durante un discorso in Guatemala (affermazione che lei stessa avrebbe condannato sentendola uscire dalla bocca di Trump). Nello stesso anno, incurante della crisi che attagliava molti cittadini statunitensi, fece scalpore il suo shopping sfrenato di piatti e pentole durante un viaggio diplomatico a Parigi.
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