Non c’è due senza tre. Salta un altro incontro per Patrick Zaki. Dopo il programma Che tempo che fa e il Salone del libro di Torino, è il Festival della pace di Brescia a dare forfait al ricercatore egiziano condannato a tre anni di carcere dal regime di Abdel Fatah Al Sisi. L’invito alla giornata inaugurale è stato revocato perché Zaki “è divisivo”, ha spiegato oggi la sindaca di Laura Castelletti, già criticata nei giorni scorsi dal centrodestra per non aver voluto illuminare Palazzo Loggia – sede del Comune – con i colori di Israele. “Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere”.
La frase di Zaki sotto accusa: “Netanyahu seria killer”
Il 7 ottobre scorso, il giorno dell’offensiva lanciata da Hamas contro Israele, l’ex studente dell’università di Bologna era intervenuto con parole al vetriolo sul primo ministro Benjamin Netanyahu, definito su X “un serial killer” che “cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili”.
Frasi che gli hanno attirato le critiche di molti utenti della piattaforma social tanto che l’attivista per i diritti umani è tornato sull’argomento per chiarire la propria posizione. “Nel conflitto Israele-Palestina nessuno può essere ritenuto come filo-Hamas se sostiene la Palestina. Non sono con Hamas”, ha scritto il 32enne rientrato in Italia lo scorso settembre.
“Sembrerebbe che assumere la posizione di difendere i civili palestinesi vi metterà in una situazione problematica, soprattutto perché tutti i media internazionali sono pro-Israele e non parlano della grave crisi umana che c’è dall’altra parte”, ha spiegato Zaki, secondo cui “le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili”.
Il ricercatore ha quindi rivendicato il proprio impegno: “Sostengo con fermezza il diritto della popolazione palestinese a resistere e a difendersi, distaccando tale difesa dalle politiche religiose conservatrici ed oscurantiste di Hamas“.
Salta l’invito a Che tempo che fa di Fazio
L’attivista domenica prossima era atteso nei nuovi studi di Che tempo che fa, appena sbarcato su Nove, ospite di Fabio Fazio. Due giorni fa però il conduttore ha annunciato il cambio di programma. “Visti gli avvenimenti, abbiamo cambiato la puntata. Ospiteremo Zaki al più presto”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera.
Lui, dai microfoni del Tg1, ha ribadito la linea. “La situazione che stiamo vivendo è una conseguenza delle politiche dell’attuale governo israeliano, non è sorprendente. Io sono contrario a ogni violenza contro civili innocenti, comprese quelle contro i palestinesi”.
Il dietrofront del Salone del libro
Ieri è saltata anche la presentazione del libro di Zaki, “Sogni e illusioni di libertà” (La Nave di Teseo), in programma il 17 ottobre al Salone del libro di Torino nello spazio organizzato da Sermig e l’Arsenale della Pace. L’appuntamento non è stato cancellato ma spostato all’Hiroshima Mon Amour.
Gli organizzatori in una nota hanno spiegato che non è “opportuno confermare la disponibilità ad ospitare tale incontro che rischierebbe di alimentare ulteriori polemiche, divisioni e strumentalizzazioni”. Insomma, dopo la presa di posizione del ricercatore egiziano sul conflitto in corso tra Hamas e Israele “le condizioni sono cambiate”, scrivono il Servizio missionari giovani e l’Arsenale della Pace.
La neo direttrice del Salone Annalena Benini dal canto suo ha precisato che non c’è alcuna intenzione di censurare l’autore del libro. “Sono in disaccordo con alcuni commenti di Patrik Zaki ma non per questo riesco a immaginare di togliere la parola alla presentazione di un libro. Rispetto gli impegni presi con gli editori e non dispongo della libertà d’opinione altrui”.
La destra all’attacco: “Parole intollerabili”
A chiedere “l’annullamento dell’evento” era stato tra gli altri di Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Pensare che Patrick Zaki, dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele, possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del libro di Torino lascia sinceramente sgomenti”, ha detto la senatrice di FdI Paola Ambrogio.
La partecipazione del ricercatore “sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale” dopo le frasi scritte sui social “che strizzano l’occhio ai fondamentalisti islamici di Hamas”. Secondo la parlamentare “c’è una linea sottile ma invalicabile tra la libertà di espressione e la libertà di odiare, e Patrick Zaki l’ha ampiamente superata”.
Non la vede così Amnesty International Italia, che in questi anni si è battuta per la liberazione dell’attivista detenuto al Cairo. “Conosco bene il pensiero di Patrick Zaki. Sta con gli oppressi, che non significa fare apologia dei crimini di guerra dei gruppi armati palestinesi. Conosco anche bene lo stereotipo razzista dell’arabo che agisce con doppiezza e che, come arabo, ammicca naturalmente al terrorismo”, ha scritto su X il portavoce Riccardo Noury.